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Giovedì, 25 Aprile 2024
MEDIO ORIENTE / Siria

Israele attacca obiettivi militari in Siria: tensione in tutto il Medio Oriente

Secondo il New York Times, Gerusalemme aveva informato gli Stati Uniti della sua intenzione di attaccare obiettivi militari in Siria

Cresce la tensione in Medio Oriente per i raid mirati compiuti da Israele contro obiettivi militari in Siria. I caccia israeliani avrebbero colpito un carico di missili SA-17 di fabbricazione russa, diretto agli Hezbollah libanesi, in una zona a ovest di Damasco, attacco però smentito da Damasco, che però accusa lo stato ebraico di di aver attaccato un centro di ricerca militare nella provincia di Damasco.
Secondo il New York Times, Gerusalemme aveva informato gli Stati Uniti della sua intenzione di attaccare obiettivi militari in Siria.
Secondo diverse fonti occidentali e alcuni analisti interpellati dal Wsj, Israele avrebbe corso un rischio calcolato lanciando il raid in Siria, contando sul fatto che il regime di Damasco, già impegnato nel conflitto interno, decida di non rispondere, così come gli alleati Hezbollah e Iran, entrambi alle prese con l'imminenza del voto e con gravi difficoltà economiche.

Hezbollah ha condannato oggi l'attacco lanciato da Israele in Siria, bollandolo come "un'aggressione selvaggia" che svela le vere "origini" del conflitto in atto nel Paese da 22 mesi.
Il movimento sciita libanese "condanna con forza questa nuova aggressione sionista contro la Siria", che "svela le cause di quanto sta accadendo in Siria da due anni e gli obiettivi criminali di distruggere questo Paese e il suo esercito per indebolire il suo ruolo centrale nella resistenza (contro lo Stato ebraico) e completare il grande complotto contro i nostri popoli arabi e musulmani". In un comunicato, Hezbollah definisce quindi l'attacco "un'aggressione selvaggia" che "esige una larga e forte campagna di denuncia e di condanna da parte della comunità internazionale, dei Paesi arabi e musulmani", mentre "ogni volta che Israele è l'aggressore" dalla comunità internazionale arriva solo silenzio.
Il movimento sciita conclude esprimendo la sua "piena solidarietà alla Siria, alla sua leadership, alle sue forze armate e al suo popolo", sottolineando ancora come questo attacco dimostri la volontà di Israele di impedire alle "forze arabe e musulmane di rafforzare le loro capacità militari e tecnologiche".

Anche l'Iran ha condannato il bombardamento di Israele di un centro militare in Siria, bollandolo come "una brutale aggressione". "Non vi è alcun dubbio che questa aggressione è in linea con la politica dell'occidente e dei sionisti il cui obiettivo è di far passare in secondo piano i successi del popolo e del governo siriani per riportare la stabilità e la sicurezza in questo Paese", ha affermato in un comunicato il ministro degli Esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, condannando "la brutale aggressione del regime sionista".
L'azione evidenzia "l'allineamento dei gruppi terroristi con gli obiettivi dei sionisti", ha aggiunto.

La Russia invece si è detta oggi "molto preoccupata" per la notizia di un raid israeliano in Siria. "Se questa notizia verrà confermata - ha dichiarato il ministero degli Esteri in un comunicato - allora si tratterà di attacchi non provocati contro obiettivi situati nel territorio di uno Stato sovrano, in evidente violazione della carta dell'Onu, e questo è inaccettabile, a prescindere dal motivo addotto per giustificarlo".
Mosca ha quindi fatto sapere di aver adottato "misure urgenti" per chiarire la situazione. "Rinnoviamo ancora una volta l'appello a mettere fine a tutte le violenze in Siria, sottolineando l'inammissibilità di ogni genere di intervento dall'estero, e ad avviare il dialogo inter-siriano sulla base degli accordi di Ginevra del 30 giugno 2012", si aggiunge nella nota.

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