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Venerdì, 19 Aprile 2024
Ondata di violenze / Israele

Israele uccide comandante della Jihad islamica, sale a 34 il bilancio dei morti a Gaza

Non si ferma il lancio di missili contro la Striscia e di razzi verso Israele. Tra i palestinesi almeno 110 persone sono rimaste ferite negli attacchi aerei che sono arrivati al quarto giorno consecutivo

Non si ferma il lancio di missili su Gaza da parte di Israele, né quello di razzi verso lo Stato ebraico. Il nuovo conflitto è arrivato al quarto giorno con Tel Aviv che afferma di aver ucciso il capo delle operazioni della Jihad Islamica, Iyad al-Hassani. Secondo quanto affermato dalle Forze di difesa (Idf) e dai servizi dello Shin Bet, Al-Hassani avrebbe fatto parte del consiglio militare della Jihad, come responsabile delle operazioni ed "era coinvolto in tutte le decisioni sul lancio dei missili condotto dal gruppo contro Israele". L'uomo sarebbe stato ucciso in un raid con un drone nell'appartamento a Gaza city in cui viveva. al-Hassani aveva appena sostituito il capo della Jihad Islamica nel nord di Gaza, Khalil Bahtini, ucciso in un raid martedì mattina.

Dall'inizio dei bombardamenti, con 254 attacchi nella Striscia, sono morti finora 33 palestinesi, tra cui sei donne e quattro bambini. In Israele, una donna di 80 anni, Inge Abramian, è stata uccisa giovedì a Rehovot, a sud di Tel Aviv, quando un razzo ha colpito un edificio residenziale, finora l'unica vittima israeliana. I servizi di emergenza hanno riferito che cinque persone sono state ferite da schegge in Israele dal primo fuoco palestinese di mercoledì. L'Egitto, tradizionale mediatore tra i belligeranti, sta lavorando per ottenere una tregua, in un momento in cui si moltiplicano gli appelli internazionali per porre fine a questa escalation, la più grave dall'agosto 2022 tra i movimenti armati di Gaza e Israele.

Le violenze sono iniziate martedì con attacchi israeliani contro la Jihad islamica, un gruppo palestinese classificato come "organizzazione terroristica" da Israele, Unione europea e Stati Uniti. Quello ucciso oggi è stato il sesto leader militare della Jihad islamica colpito. Uccisi anche alcuni membri del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (Pfpl), un altro gruppo armato laico e di ispirazione marxista. Almeno 110 persone sono rimaste ferite negli attacchi aerei israeliani che hanno distrutto diversi edifici e danneggiato più di 300 appartamenti a Gaza, dove i residenti vivono da decenni una crisi umanitaria sempre più grave.

L'ultima ondata di violenze è il culmine di più di un anno di scontri e tensioni che da gennaio hanno ucciso più di 140 palestinesi e almeno 19 israeliani e stranieri. La Jihad islamica rifiuta la coesistenza con Israele e predica la sua distruzione. La scorsa settimana uno dei suoi leader è morto mentre era in sciopero della fame in una prigione israeliana, e l'organizzazione ha accusato Tel Aviv di avergli negato le cure, facendo montare la rabbia dei palestinesi. Il tutto mentre nello Stato ebraico è al governo la coalizione più a destra e più estremista della storia della nazione, guidato da Benjamin Netanyahu e i cui ministri, esponenti del sionismo religioso più duro, escludono qualsiasi Stato voluto dai palestinesi nei territori conquistati da Israele nella guerra del 1967.

Israele ha occupato la Striscia di Gaza e la Cisgiordania nella guerra del 1967, oltre a Gerusalemme Est, che i palestinesi vogliono come capitale. Le forze israeliane e i coloni si sono ritirati da Gaza nel 2005, su decisione dell'allora premier Ariel Sharon, ma da allora è oggetto di un duro embargo che ha ridotto la Striscia in una situazione umanitaria difficilissima. I colloqui per la creazione di uno Stato tra Israele e l'Autorità palestinese tradizionale, con sede in Cisgiordania, sono congelati dal 2014.

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