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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mondo Francia

Perché la "crisi" con la Francia non è uno scherzo per l'economia italiana

Dopo il richiamo dell'ambasciatore, tensione alle stelle. Confindustria attacca governo: "Non hanno capito che l'opposizione è finita. I danni potenziali per l'export sono enormi, potrebbe nascere nell'opinione pubblica francese un sentimento di rifiuto". Mattarella preoccupato

La tensione tra Roma e Parigi è alle stelle. La Francia ieri ha richiamato a Parigi per consultazioni l'ambasciatore a Roma, Christian Masset. In una nota durissima del Quai d'Orsay si parla di "attacchi senza precedenti dalla fine della guerra e senza fondamento" e "dichiarazioni oltraggiose" da parte del governo italiano. "Essere in disaccordo è una cosa, strumentalizzare la relazioni a fini elettorali è un'altra", aggiunge il ministero degli Esteri francese. Tanto per intenderci: non era mai successo dai tempi della Seconda guerra mondiale che Parigi richiamasse il proprio ambasciatore in Italia. Il richiamo di un ambasciatore è un gesto diplomatico forte. Dopo esiste in teoria solo la rottura delle relazioni diplomatiche bilaterali. Naturale che dal Quirinale filtri preoccupazione.

Come si è giunti a questo punto? La crisi di oggi è caratterizzata dagli attacchi di esponenti del governo giallo-verde alla Francia, dalle accuse di colonialismo dei Cinque Stelle, dalle tensioni sulla Tav e dalla recente visita di Di Maio e Di Battista a Parigi per incontrare le frange più oltranziste dei gilet gialli.

"Non è un richiamo permanente, ma importante mandare un messaggio"

"Non è un richiamo permanente, ma era importante mandare un messaggio". Non usa giri di parole il portavoce del governo francese Benjamin Gruveaux, che ai microfoni di Europe 1 riassume così la clamorosa mossa diplomatica di Parigi all'indomani della decisione di richiamare l'ambasciatore a Roma, Christian Masset, per consultazioni. L'Italia è "un alleato storico" della Francia ed "uno dei Paesi fondatori dell'Unione Europea", ha quindi ricordato il portavoce che, a proposito della disponibilità espressa da Di Maio e Salvini a dialogare con Parigi, ha sottolineato che "il dialogo non si è mai interrotto".

I due ministri, ha detto Griveaux, "si siedono intorno ad un tavolo con i ministri francesi ai consigli europei" e "c'è un capo di governo in Italia che ha già incontrato più volte" il presidente francese Emmanuel Macron. Parlando dell'incontro di martedì tra Di Maio ed una rappresentanza dei gilet gialli a sud di Parigi, il portavoce ha sottolineato che "le buone maniere, la cortesia più elementare avrebbero voluto che il governo fosse avvertito" prima della visita di un ministro. Poi la stoccata: "Le battute di Luigi Di Maio e Matteo Salvini - ha detto Griveaux -, non hanno impedito all'Italia di entrare in una recessione economica... Noi non abbiamo fatto battute". Se il governo italiano, ha aggiunto, "si è sentito attaccato, è un suo problema". E ancora: "Se si vuol fare indietreggiare la lebbra nazionalista, se si vuole fare indietreggiare i populisti, se si vuol fare indietreggiare la sfida all'Europa, il modo migliore è di comportarsi bene con i propri partner"

Italia-Francia, la preoccupazione di Mattarella

Va ristabilito immediatamente un clima di fiducia con i Paesi amici e alleati. Questo passa attraverso la considerazione dei reciproci interessi nazionali e il pieno rispetto delle dinamiche istituzionali di ciascun Paese. Grande preoccupazione per la situazione. I consolidati e preziosi rapporti di amicizia e collaborazione con la Francia vanno difesi e preservati. È questa la posizione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella secondo quanto filtra da ambienti del Colle in riferimento allo scontro diplomatico con la Francia.

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Crisi con la Francia, Giuseppe Conte "a disagio"

Il premier Giuseppe Conte viene definito "a disagio". Conte è in Libano, manca dall'Italia ormai da due giorni, ma fonti di governo immaginano il suo malessere, perché ai piani alti di palazzo Chigi - spiegano fonti di governo- è noto come al presidente del Consiglio certe uscite di Lega e M5S creino disagio, se non addirittura imbarazzo.

"Sicuro è furioso, sicuro - rileva un esponente di governo all'Adnkronos - Conte maschera il suo malessere dietro il consueto aplomb, ma anche il 'fuori onda' di Piazza Pulita che lo ha pizzicato con la Merkel la dice lunga sul reale stato delle cose". Un fuori onda, per dirla tutta, che non è andato giù nemmeno a Luigi Di Maio, che a fatica si è trattenuto dal rispondere per le rime. Ma per Conte è dura mediare da un lato tra i due azionisti di governo, dall'altro tra l'esecutivo che presiede con il resto degli attori, soprattutto sullo scenario internazionale. Anche perché, riflette la stessa fonte, "qui Salvini e Di Maio battono i pugni, ma poi al tavolo con Macron si ritrova lui, mica loro...".

Da Beirut, intanto, Conte spiega ai cronisti di non aver sentito il presidente francese dopo l'incidente diplomatico delle ultime ore. "Il rapporto tra Italia a Francia ha radici antiche e non può essere messo in discussione da contingenze", taglia corto il premier, assicurando che, nell'incontro con i gilet gialli, Luigi Di Maio ha agito come capo politico, e non come esponente del governo. Facile immaginare come anche le preoccupazioni filtrate dal Quirinale non lo lascino indifferente, anche se il premier taglia corto: "Non ho sentito Mattarella".

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Confindustria: "Non hanno capito che stanno al governo"

"Si è superato il limite. Non hanno ancora capito che stanno al governo e che l'opposizione è finita. Il loro comportamento è incomprensibile, crea disagio al paese e soprattutto all'economia. È una situazione inedita per la storia della nostra Repubblica". Il presidente della Confindustria Vincenzo Boccia, in un'intervista a La Stampa non nasconde la sua irritazione per la crisi diplomatica in atto tra la Francia e l'Italia.

Per Boccia l'atteggiamento del governo "è inspiegabile. Il lunedì c'è chi parla da ministro e il martedì lo fa da leader del M5S. Salvini prova a normalizzare un Di Maio che continua a non arretrare. Che cosa non si fa per prendere consenso... Io mi appello al presidente del Consiglio Giuseppe Conte perché normalizzi il rapporto dell'Italia con un grande Paese come la Francia. Tutta questa situazione serve solo a confondere gli italiani".

"Il problema del nostro Paese è il debito pubblico e il rallentamento dell'economia, prima ne prendiamo atto e meglio è. Invece ci distraggono con le loro iniziative, veniamo anche a sapere che i gilet gialli saranno a Sanremo per una manifestazione contro il nostro governo. Così si creano solo ulteriori conflitti - avverte il presidente di Confindustria -.Abbiamo invece bisogno di un'Europa compatta e unita. Il bilateralismo ormai non è tra uno Stato e gli altri, ma tra l'Europa tutta e il resto del mondo. Altrimenti restiamo un nano politico. Ci stiamo comportando in modo provinciale".

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Boccia avverte che questa crisi diplomatica potrebbe avere conseguenze economiche gravi: "I danni potenziali per l'export sono enormi, visto che la Francia è il secondo partner commerciale dell'Italia dopo la Germania e potrebbe nascere nell'opinione pubblica francese un sentimento di rifiuto dei nostri prodotti. Noi siamo il terzo paese fornitore dei francesi. La Francia ha investito 60 miliardi di euro in Italia e noi lì 25 miliardi. Parliamo di cifre che fanno girare l'economia. Se diminuiscono gli acquisti in Italia ne risentiremo. Aggiungiamo che le questioni particolari come la Tav possono creare confronti serrati e conflitti. Ma non è possibile vedere un ministro che fa da sponda a un movimento di un altro Paese. È una campagna che non sta né in cielo né in terra. Di Maio dice che il popolo francese sta con lui. Che fa, si candida in Francia?".

gilet gialli m5s-2

Salvini:  "Non vogliamo litigare con nessuno"

"Non vogliamo litigare con nessuno, non siamo interessati alle polemiche: siamo persone concrete e difendiamo gli interessi degli italiani". E' quanto afferma il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, a proposito dello scontro diplomatico con la Francia.

"Disponibilissimi a incontrare il presidente Macron e il governo francese, sederci a un tavolo e affrontare, per quanto riguarda le mie competenze, tre questioni fondamentali - prosegue Salvini: . Stop con i respingimenti alle frontiere, risultano essere oltre 60 mila dal 2017 a oggi compresi bambini e donne abbandonate nei boschi; stop con terroristi italiani, una quindicina, condannati ma che fanno la bella vita con residenza in Francia e basta, infine, danneggiare i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore. Noi siamo pronti e disponibili con spirito costruttivo a voltare pagina per il bene del nostro popolo".

Gilet gialli, Movimento 5 stelle: "Nessuna provocazione"

“L'incontro con alcuni esponenti dei gilet gialli non rappresenta e non voleva in alcun modo rappresentare una provocazione nei confronti del governo francese. Si è trattato, più semplicemente, di un primo passo, verso l’avvio di un dialogo con una forza politica con cui condividiamo alcuni temi importanti, a partire da quello della democrazia diretta”. Così i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Politiche Ue, in una nota.

“Dialogare con una forza politica che rappresenta un popolo-sottolinea il capogruppo Filippo Scerra-, sia esso francese o di qualsiasi altro Paese, è una pratica perfettamente legittima e comune alla vita democratica di tutti i partiti. Ecco perché sono sicuro che, nel confronto e nel rispetto reciproco tra le istituzioni, la collaborazione tra il governo francese e quello italiano sarà sempre massima”.

La protesta dei "gilet gialli"

Viminale: "Dietrofront Francia su Sea Watch"

Sono ore calde, e dal Viminale fanno trapelare la notizia che la Francia avrebbe cambiato idea sui migranti della Sea Watch 3, e ora non sarebbe più disposta ad accoglierli. Parigi "prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici", e "appoggerà l'Italia per chiedere rimpatri più efficaci". Il ministero dell'Interno, dunque, "prende atto che anche i francesi non vogliono clandestini". Il Ministero dell'Interno ora"si aspetta che Parigi dimostri con i fatti la buona volontà, collaborando per rimpatriare al più presto decine di senegalesi irregolari che si trovano in territorio italiano". I migranti a bordo della Sea Watch 3 erano in tutto 47.

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