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Venerdì, 19 Aprile 2024
Italiane rapite in Siria

Il video di Greta e Vanessa costa caro: terroristi alzano il prezzo del "riscatto"

La partita per la liberazione delle cooperanti italiane rapite in Siria entra nel vivo. La scelta di pubblicare un video, con le due con gli abiti islamici, spaventa la Farnesina: i sequestratori chiedono di più o sono pronti a "vendere" le ragazze

ROMA - Una buona notizia. E una cattiva. Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti italiane rapite in Siria lo scorso luglio, sono vive e stanno "bene". Gli analisti e gli esperti della Farnesina sono ormai quasi certi: le due ragazze che appaiono in un video chiedendo "aiuto" al governo italiano sono loro. Ma proprio il filmato, diffuso tra la fine e l'inizio dell'anno, sta a significare che i sequestratori - presumibilmente miliziani dell'organizzazione qaedista Al Nusra - hanno deciso di chiudere la pratica alla svelta. Il che potrebbe portare, inevitabilmente, a un inasprimento dei "negoziati" e a richieste più alte da parte dei sequestratori, che potrebbero essere pronti a "vendere" le due ragazze italiane al miglior offerente. 

Per gli esperti della Farnesina, infatti, quel video postato su Youtube è lo strumento che serve a fare pressione, a lanciare un segnale chiaro sulla necessità di portare a termine al più presto la trattativa. Un avvertimento per dire che il prezzo del riscatto potrebbe alzarsi o addirittura che Vanessa e Greta potrebbero essere "cedute" a una seconda organizzazione disposta a pagare. Per questo, ricostruisce il Corriere della Sera, gli apparati di intelligence e la Farnesina hanno chiesto "massimo riserbo, in una fase delicatissima". 

Nel video, datato diciassette dicembre, è Greta a leggere il testo in inglese, evidentemente preparato dai sequestratori, Vanessa tiene in mano un foglietto strappato da un quaderno a quadretti con la scritta "17-12-14 Wednesday": "Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Supplichiamo il nostro governo e i loro mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in grande pericolo e possiamo essere uccise. Il nostro governo ed i mediatori sono responsabili delle nostre vite". Il filmato per gli analisti è "attendibile": in sostanza per chi lavora al caso le due donne con abiti islamici sono Vanessa e Greta. 

Vanessa e Greta, le due italiane rapite in Siria (Foto Facebook)

E poche ore dopo la diffusione del filmato su YouTube, un esponente del Fronte Al Nusra ha rilanciato: "È vero, abbiamo le due donne italiane perché il loro Paese sostiene tutti gli attacchi contro di noi in Siria". Su questo, però, la Farnesina va più cauta. Al momento l'ipotesi più probabile è che le due siano nelle mani del Free Syrian Army, l’Esercito Siriano Libero. Cosa che, però, non esclude che altri gruppi stiano tentando di inserirsi nel negoziato. 

A metà dicembre - anche per questo la data indicata viene ritenuta un "segnale" - era arrivata la prova che le ragazze erano vive, ma la partita con i rapitori aveva subito una battuta d’arresto. I sequestratori, infatti, avevano sconfessato il proprio mediatore forse ritenendolo "non attendibile" e questo aveva chiuso, anche se momentaneamente, i giochi. Il video sembra adesso rappresentare il via libera affinché la trattativa possa entrare nella fase finale con la consegna della contropartita. Ma la scelta di farlo pubblicamente viene vissuta con apprensione da intelligence e Farnesina proprio perché sembra anche un invito a chi può offrire un prezzo più alto. Una sorta di gioco a rialzo, con in palio la vita di Greta e Vanessa. 

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