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Martedì, 16 Aprile 2024
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Siria, "rapite" le due volontarie italiane Vanessa Marzullo e Greta Ramelli

Le due giovani, entrambe lombarde, erano entrate nel Paese il 28 luglio per seguire progetti umanitari. Non si hanno notizie da giovedì. La Farnesina ha attivato l'unità di crisi

ROMA - Sono ore drammatiche per Vanessa Marzullo di Brembate (Bergamo) e Greta Ramelli di Besozzo (Varese), due volontarie italiane che sarebbero state rapite alcuni giorni fa ad Aleppo, in Siria, dove si trovavano per portare assistenza medica.

Le giovani lombarde, fondatrici del progetto di assistenza medica Horryaty, erano al secondo viaggio in Siria e questa volta sono entrate nel Paese il 28 luglio passando da Atma, uno dei più grandi campi profughi siriani.

LA RICOSTRUZIONE - Il rapimento sarebbe avvenuto nella notte tra giovedì e venerdì, meno di 72 ore dopo il loro arrivo in Siria, ma il ministero degli Esteri italiano aveva invitato al massimo riserbo. Fonti locali riferiscono che diverse decine di uomini armati avrebbero circondato l'abitazione dove le due donne si trovavano insieme a due uomini di scorta, a loro volta sequestrati, ma liberati dopo poche ore.

LA FARNESINA CONFERMA - Oggi la Farnesina ha confermato la loro irreperibilità. Il ministero ha attivato "immediatamente tutti i canali informativi e di ricerca per i necessari accertamenti. Le due cittadine si trovavano ad Aleppo per seguire progetti umanitari nel settore sanitario e idrico". "L'Unità di crisi ha già preso contatto con le famiglie che vengono tenute costantemente informate sugli sviluppi del caso".

LA TESTIMONIANZA - Silvia Moroni, presidente della onlus Rose di Damasco, racconta ad AdnKronos: "Avevamo un appuntamento su Skype giovedì scorso, il 31 luglio, ma Greta e Vanessa non erano in linea. Dalla loro partenza ci eravamo sentite tre volte, mi avevano confermato che il progetto nel quale erano impegnate andava avanti, tanto che avevano intenzione di restare ad Aleppo e mi consultavano proprio per l'invio di altri fondi. Le due ragazze sono partite per la Siria il 22 luglio - spiega Moroni - dopo che il 20 luglio avevamo fatto insieme una serata di raccolta fondi a Como. Il loro progetto è finanziato anche dalle associazioni 'Ipsia' ed 'Sos Siria' di Varese, oltre che da 'Rose di Damasco' di Asso, in provincia di Como, e dalla comunità siriana araba in Italia. In particolare conclude Moroni - il progetto era quello di acquistare kit di pronto soccorso e pacchi alimentari, da distribuire al confine. In particolare avendo loro fatto dei corsi infermieristici, istruivano i ragazzi in materia di Pronto soccorso".

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