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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il caso

Italiani in guerra contro l'Isis?

In un video girato durante gli scontri a Kobane, città siriana al confine con la Turchia assediata dai jihadisti, si sentono due persone scambiarsi commenti in italiano: ci sono anche nostri volontari a combattere lo Stato Islamico?

ROMA - Kobane è la città siriana al confine con la Turchia assediata da giorni dai jihadisti dell'Isis. A difendere Kobane dagli assalti degli islamisti del Califfo ci sono i combattenti curdi, che il governo italiano ha finanziato con l'invio di armi, nell'ambito dell'operazione internazionale contro l'avanzata dei fondamentalisti. Ma l'appoggio dell'Italia ai curdi accerchiati dallo Stato Islamico finisce qui? O ci sono anche volontari italiani andati a combattere contro le truppe dell'Isis? Sì, potrebbero esserci. 

In questi giorni in Rete è stato postato un video dei combattimenti a Kobane, in cui in sottofondo si percepisce un dialogo tra due guerriglieri: uno di loro chiede all'altro in italiano "E che ti devo dire?". Non è possibile verificare l'autenticità del video, né i volti dei due uomini che si scambiano frasi in italiano (uno dei due, a quanto pare, in dialetto siculo). Ma le immagini, come sottolinea Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera, "potrebbero essere la prova ulteriore che un certo numero di occidentali si sarebbero uniti alla resistenza curda, in risposta alle migliaia di volontari della 'guerra santa', che dal mondo occidentale negli ultimi due anni si sono uniti alle brigate del Califfato".

Il video mostra le gesta di Arin Mirkan, la peshmerga che si è fatta esplodere tra i miliziani dello Stato islamico alle porte di Kobane per non cadere nelle mani dei jihadisti, diventando il simbolo della resistenza curda. Nelle immagini si vede Arin che spara al riparo di sacchetti di sabbia mentre attorno a lei parlano altri guerriglieri. In sottofondo, al minuto 0.46 si percepisce un dialogo tra due di loro e una voce maschile pronuncia la seguente frase: "E che ti devo dire?". 

LE VITTIME A KOBANE - Proprio ieri l'Osservatorio siriano per i diritti umani ha diffuso il bollettino dei morti accertati nei 25 giorni di offensiva lanciata dai jihadisti dello Stato islamico nella regione siriana di Kobane: le vittime sono 550. Sul proprio sito web, l'Ong ha però tenuto a precisare che a suo giudizio "il numero reale delle vittime è il doppio di quello che siamo riusciti a documentare, a causa dell'estrema segretezza osservata da entrambe le parti riguardo alle vittime, da aggiungere alle difficoltà incontrate per avere accesso a molte aree e villaggi, dove ci sono stati scontri e bombardamenti". Sempre dall'inizio dell'offensiva, il 16 settembre scorso, i jihadisti hanno preso il controllo di circa settanta villaggi, costringendo alla fuga circa 300.000 civili, di cui 200.000 hanno cercato rifugio in Turchia.

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