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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Libia, la Farnesina: "Uccisi due italiani, usati come scudi umani dall'Isis"

Le notizie che arrivano dalla Libia lasciano ben pochi dubbi: i due cadaveri trovati a Sabratha dopo un raid sono quelli di Fausto Piano e Salvatore Failla, due dei quattro italiani rapiti lo scorso luglio a Mellitah

Mancano molti tasselli per un quadro preciso, ma dati concordanti che provengono dalla Libia lasciano ben pochi dubbi: i due cadaveri trovati a Sabratha dopo un raid - probabilmente contro un convoglio in fuga di jihadisti dello Stato islamico - sono quelli di due dei quattro italiani rapiti lo scorso luglio a Mellitah.

"Precisamente di Fausto Piano e Salvatore Failla (gli altri due sono Gino Pollicardo e Filippo Calcagno)", dipendenti dell'impresa "Bonatti" come recita una nota della Farnesina che ha già informato i familiari. Una nota arrivata subito dopo la diffusione in rete delle foto di due cadaveri di vittime del raid con lineamenti occidentali, e per questo scambiati per "combattenti stranieri dell'Isis".

L'agenzia di stampa Askanews ha visionato questi scatti, oltre alle notizie e un video pubblicato da numerosi media libici: ecco i dettagli emersi finora.

IL RAID DELLE MILIZIE LIBICHE - Sabratha, che si trova nella parte occidentale del Paese nordafricano, è da giorni teatro di scontri tra gli uomini del Califfato nero e milizie locali. A un'ora non precisata della serata di ieri, le forze di sicurezza libiche hanno condotto un raid contro i jihadisti. Le prime versioni, parlavano dell'assalto a "un covo", poi dalle immagini pubblicate è diventato chiaro che è stato attaccato un convoglio dei jihadisti in fuga da Sabratha direzione Sud. A bordo di due auto, (una Toyota e un pickup Tundra) c'erano anche i due italiani.

LE VITTIME DEL RAID - La sparatoria ha avuto luogo nei pressi della località di Jazira al Duran, sotto Surman, ovvero una quindicina di chilometri a Sud di Sabratha. Le persone uccise sarebbero 14, tra queste i due italiani scambiati in un primo momento per "Foreign Fighters", oltre a 4 tunisini, 2 algerini e 3 marocchini. Catturati invece un combattente siriano, dei tunisini, oltre a una donna tunisina.

LA CONFESSIONE DELLA DONNA TUNISINA - La donna di nazionalità tunisina - moglie di uno dei jihadisti uccisi - avrebbe parlato di "quattro ostaggi italiani detenuti da lungo tempo dall'organizzazione, due dei quali sono rimasti uccisi nel raid" mentre non avrebbe notizie sugli altri due. Un evidente riferimento ai quattro dipendenti della società Bonatti rapiti il 25 luglio 2015. Del resto circolava da un po la voce che gli ostaggi fossero stati divisi dai sequestratori.

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IL VIDEO CHE MOSTRA 14 CORPI - Un video diffuso dai media libici mostra le vittime della sparatoria: una voce fuori campo conta i corpi senza vita di 14 persone. I cadaveri sono raccolti in una stanza e non più all'aperto vicino al luogo della sparatoria. Tra i corpi senza vita vengono mostrati anche quelli dei tecnici italiani. Un dettaglio che potrebbe indicare che le milizie libiche che hanno attaccato non sapevano che a bordo ci fossero anche ostaggi occidentali. In un'altra sequenza di foto si vedono le due auto in fiamme e molti cadaveri riversi a terra.

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