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Sabato, 20 Aprile 2024
Il ritratto / Cina

È morto Jiang Zemin, con l'ukulele legò la Cina all'Occidente dopo Piazza Tiananmen

L'anziano leader aveva 96 anni

L'ex leader cinese, Jiang Zemin, è morto alle 12.13 di oggi (le 5.13 del mattino in Italia) a Shanghai, di leucemia e insufficienza degli organi interni. Mentre l'apertura internazionale della Cina appare sempre più dubbia e cresce la competizione con gli Stati Uniti, scompare un protagonista dell'apertura internazionale della Cina negli anni '90. Indicato da Deng Xiaoping come Segretario Generale del Partito Comunista Cinese durante la delicata fase che si era aperta dopo la repressione delle manifestazioni in Piazza Tiananmen, Jiang Zemin dovette rassicurare la comunità internazionale sulle intenzioni pacifiche della Cina e sulla volontà di aprirsi al mondo attraverso ampie riforme di mercato. L’assegnazione, avvenuta nel 2001, delle Olimpiadi di Pechino 2008 e l’ingresso nello stesso anno nell’Organizzazione Mondiale del Commercio rappresentano il coronamento di questo percorso.

Jiang Zemin guidò il Partito Comunista Cinese dopo le proteste di piazza Tiananmen, e portò la Cina fuori dall'isolamento diplomatico che fece seguito alla strage, traghettando il Paese asiatico verso un boom economico senza precedenti. Bandiere a mezz'asta in tutti gli edifici pubblici hanno omaggiato l'ex presidente cinese, la cui morte giunge in un momento di disordini sociali in Cina, tra i più estesi degli ultimi decenni, per le proteste contro la linea rigida di contenimento dei contagi da Covid-19.

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Jiang Zemin venne eletto segretario generale del Partito Comunista Cinese al quarto plenum del 1989, dopo la purga del suo predecessore, il riformista Zhao Ziyang, che votò contro l'imposizione della legge marziale per fermare le proteste degli studenti e sfidò apertamente il partito cercando di convincere i giovani a lasciare la piazza centrale di Pechino. Jiang Zemin fu poi eletto presidente della Repubblica Popolare Cinese nel 1993, carica che ricoprì fino al marzo del 2003, quando cedette il posto al suo successore, Hu Jintao, nell'unico passaggio di consegne ordinato al vertice del partito e dello Stato dai tempi di Mao Zedong, pur rimanendo fino all'anno successivo al vertice della Commissione Militare Centrale, organo di comando delle Forze Armate cinesi

Nato il 17 agosto 1926 a Yangzhou, nella provincia orientale del Jiangsu, Jiang Zemin, ingegnere di formazione, fu a capo della classe di tecnocrati che lo affiancò alla guida del Pcc. Jiang è ricordato per essere stato il leader che ha aperto l'economia cinese, e per avere assistito al ritorno di Hong Kong alla Cina dopo 155 anni di dominio coloniale britannico, il 1 luglio 1997. Sotto la sua presidenza, la Cina entrò nell'Organizzazione Mondiale del Commercio, nel 2001, e a Pechino venne assegnata per la prima volta l'organizzazione di un'Olimpiade, che si sarebbe tenuta nell'agosto 2008. Le aperture sul piano economico non sono state accompagnate da riforme sul piano politico: gli anni di Jiang Zemin al vertice del potere sono stati contrassegnati dalla repressione del dissenso nei confronti di attivisti e avvocati per i diritti umani e dei seguaci della setta del Falun Gong, nel 1999, visti come una minaccia diretta al partito. Jiang mantenne una linea rigida nei confronti di Taiwan, e durante il suo mandato cominciò l'opera di modernizzazione delle Forze Armate cinesi, che l'attuale leader cinese, Xi Jinping, punta ad accelerare. La sua leadership coincise con il riavvicinamento degli Stati Uniti dopo gli eccidi di piazza Tiananmen.

Animato da un carattere a tratti istrionico e imprevedibile, Jiang Zemin sorprese in più occasioni i suoi interlocutori - e gli stessi alti funzionari del suo partito - per il suo carisma e le sue performance, come quando si esibì, assieme all'allora presidente filippino, Fidel Ramos, in una versione del successo di Elvis Presley Love Me Tender, e ballò in seguito il cha-cha-cha; oppure quando danzò sulle note di una fisarmonica con l'allora Premiere Dame Bernadette, moglie del presidente presidente francese, Jacques Chirac.

Jiang cercava l'attenzione di chi gli stava attorno ed era capace di ottenerla, come quando, all'età di 71 anni, si tuffò nelle acque delle Hawaii e si esibì all'ukulele. Il suo lasciato ideologico per modernizzare il partito è stata la Teoria della Tre Rappresentanze, iscritta nella Costituzione del Pcc. Scelto inizialmente come un leader di compromesso tra l'ala dura e gli esponenti più liberali, la sua influenza sul partito si protrasse oltre gli anni del suo mandato presidenziale. È ancora presto per tracciare un bilancio di come Jiang Zemin verrà ricordato, ma è stato capace di attrarre anche simpatie: la sua figura è stata, fino a tempi recenti, oggetto di bonarie caricature, che prendevano di mira i larghi occhiali e le sue sembianze, simili a quelle di una rana. Le sue condizioni di salute si sono deteriorate negli ultimi anni, e rumors sulla sua morte circolavano da tempo in Cina, sempre smentiti da una sua ricomparsa agli eventi pubblici.

Negli ultimi tempi, invece, era rimasto largamente assente e non compariva in pubblico dalla grande parata militare per i settanta anni dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese, del 2019: il mese scorso non partecipò al ventesimo Congresso del Partito Comunista Cinese, che ha confermato Xi Jinping al vertice del partito per la terza volta consecutiva, e che verrà ricordato per il controverso episodio di "sfratto" dall'aula della Grande Sala del Popolo del suo successore al vertice del partito e dello Stato, Hu Jintao, pochi minuti prima della cerimonia di chiusura, tra l'indifferenza dei leader presenti. Molte voci, negli ultimi anni, parlavano di una rivalità sua e dei dirigenti politici a lui legati, noti come la "cricca di Shanghai", e l'attuale leader: non ci sono mai state conferme a riguardo, ma le immagini dell'ex presidente cinese che guarda l'orologio mentre Xi, al diciannovesimo Congresso del Pcc del 2017, esprime la sua visione di una "Nuova Era" sono diventate virali su internet.

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