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Giovedì, 18 Aprile 2024
SIRIA / Siria

I jihadisti conquistano base militare dell'esercito siriano. Sempre più allarme per i profughi

Mentre infuria la battaglia sul terreno una coalizione internazionale, di cui fa parte anche la Gran Bretagna, sta mettendo a punto un piano per addestrare i ribelli siriani che stanno combattendo contro il regime di Bashar al Assad e fornirgli un sostegno aereo e navale

I jihadisti impegnati nel conflitto siriano contro il regime di Assad hanno preso ieri il controllo di una strategica base dell'esercito nel nord della Siria. Lo ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, Ong con sede in Gran Bretagna.
La conquista della base di Sheikh Suleiman da parte del Fronte Al-Nosra e di altri gruppi jihadisti rappresenta un duro colpo per il regime di Bashar al-Assad, trattandosi dell'ultima grande base a ovest di Aleppo, città ancora sotto controllo dell'esercito governativo, ma allo stesso tempo ridimensiona anche l'influenza sulle fazioni ribelli dell'Esercito libero siriano (Fsa), composto in gran parte da militari disertori. Un giornalista dell'Afp, che ha coperto gli scontri attorno a Sheikj Suleiman, ha detto che molti combattenti vengono da altri paesi arabi e dall'Asia centrale.

"Controlliamo l'intera base, tutta la zona è sotto il nostro controllo. L'intera regione a ovest di Aleppo fino al confine turco è stato ormai liberato. Ma non abbiamo trovato armi chimiche e missili anti-aerei", ha detto Abu Jalal, comandante dell'unica unità dell'Esercito libero siriano che ha preso parte a questa operazione.

Nella battaglia almeno 36 soldati dell'esercito siriano sono stati uccisi, come afferma sempre l'Osservatorio siriano dei diritti umani.
Un'altra sessantina di militari, inoltre, è rimasta ferita o è stata fatta prigioniera, tra cui sette ufficiali, mentre tra i 40 e i 50 soldati sono riusciti a fuggire, ha aggiunto l'ong, che ha citato militanti sul posto.

Il Fronte al Nosra, le brigate al-Muhajirine e il Consiglio dei Mujaheddin, tre movimenti jiadisti che si sono impadroniti della base ieri, hanno preso anche il controllo del centro di ricerca scientifico annesso, ha precisato l'Osservatorio.

Mentre la battaglia infuria sul terreno, la diplomazia militare va avanti: una coalizione internazionale, di cui fa parte anche la Gran Bretagna, sta mettendo a punto un piano per addestrare i ribelli siriani che stanno combattendo contro il regime di Bashar al Assad e fornirgli un sostegno aereo e navale. Lo rivela il quotidiano britannico The Independent.

Secondo The Independent, il generale David Richards, comandante delle Forze armate britanniche, ha svolto nelle scorse settimane dei colloqui confidenziali a Londra con i responsabili militari di Francia, Turchia, Giordania, Qatar e Emirati Arabi Uniti, e con un generale americano a tre stelle, durante i quali si è discusso a fondo della strategia per aiutare i ribelli. Questi colloqui sono stati svolti su esplicita richiesta del primo ministro britannico David Cameron, precisa The Independent, convinto che si debba fare di più per mettere fine al conflitto che dal marzo 2011 ha fatto 40.000 morti in Siria.

Il ministero della Difesa britannico non ha voluto confermare queste informazioni, ma ha ribadito il suo impegno a trovare una soluzione diplomatica alla crisi, ammettendo di aver avuto contatti con "i suoi alleati, compresi gli Stati Uniti".

Guerra reale e diplomatica, ma anche allarme per le conseguenze sui civili: sono infatti oltre mezzo milione, secondo quanto calcolato dalle Nazioni Unite, i siriani che hanno lasciato le proprie case per scappare dalla guerra e rifugiarsi nei Paesi vicini. I siriani hanno trovato ospitalità in particolare in Turchia, Libano, Giordania e Iraq.

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