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Martedì, 23 Aprile 2024
TERRORISMO / Siria

Ogni mese mille jihadisti stranieri arrivano in Siria

Un articolo del Washington Post racconta dell'enorme flusso di jihadisti nei territori tra Siria e Iran "che oggi supera quota 16mila combattenti". Numeri destinati ad aumentare: "I raid hanno incoraggiato i più facinorosi"

Sono oltre mille i combattenti stranieri che si riversano ogni mese in Siria. Una cifra "che non ha risentito né dell'avvio dei raid aerei della comunità internazionale contro i jihadisti dell'Isis né delle iniziative adottate dai Paesi più interessati dal fenomeno per bloccare le partenze". E' quanto hanno dichiarato fonti dell'intelligence e dell'antiterrorismo Usa, citate dal Washington Post.

"Il flusso di combattenti diretti in Siria è rimasto costante, così che il numero complessivo continua ad aumentare", ha detto una fonte dell'intelligence. Con un tasso di mille arrivi al mese registrato nell'ultimo anno, il numero complessivo di combattenti stranieri presenti oggi in Siria e Iran supera quota 16.000, ha precisato il quotidiano della città della Casa Bianca.

15MILA JIHADISTI "STRANIERI" - Secondo un rapporto Onu, i combattenti stranieri che hanno raggiunto Siria e Iraq sono 15.000 e gli esperti dell'antiterrorismo hanno ammonito sul fatto che questi numeri sono destinati ad aumentare: "Credo che 15.000 non rappresenti neanche la superficie del problema", ha detto al Wp Andrew Liepmam, secondo cui i raid aerei "hanno probabilmente scoraggiato alcuni e incoraggiato altri". 

DA DOVE ARRIVANO - La grande maggioranza dei combattenti stranieri arriva da Medio oriente e Africa del Nord: la Tunisia è il Paese che conta il maggior numero di miliziani. Dall'Europa le partenze sono state oltre duemila, mentre gli Stati Uniti hanno registrato 130 connazionali partiti per la Siria o che hanno cercato di farlo. La gran parte dei combattenti sono entrati in Siria dalla Turchia che, di recente, ha rafforzato i controlli alle frontiere.

Ricerche Aereo Malese © Infophoto

CHIUDERE LE FRONTIERE - "Gli europei e i suoi alleati stanno adottando misure per fermare questo flusso di loro concittadini che partono per la Siria, mentre i turchi stanno intervenendo per impedire ai jihadisti di passare attraverso le proprie frontiere - ha sottolineato una fonte dell'intelligence - ci vorrà del tempo prima che l'effetto di queste misure si possa legge nelle stime dell'intelligence dei combattenti stranieri".

LA CAMPAGNA DI AL QAIDA - Non è ancora chiaro quanto al Qaida possa beneficiare di tale fenomeno, si legge nel rapporto, anche se il suo leader, Ayamn al Zawahiri, "sembra impegnato in manovre per riconquistare visibilità". Secondo l'Onu, le organizzazioni jihadiste impegnate oggi in Siria e in Iraq non sono interessate a lanciare attacchi fuori dalle loro frontiere: "Gli attacchi transfrontalieri o contro obiettivi internazionali rimangono una minoranza". Tuttavia è chiaro che un numero crescente di Paesi si troverà a dover affrontare la sfida posta da questa combattenti, una volta terminato il conflitto in atto.

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