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Martedì, 16 Aprile 2024
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La storia del manifestante pro-Trump morto dopo una scossa del suo taser

Il 55enne Kevin Greeson è morto a causa di un arresto cardiaco. In queste ore circola l'ipotesi secondo cui a provocarlo sarebbe stato un colpo della sua arma. Era diventato famoso per le sue foto armato postate sui social

Il bilancio dei morti dell'assalto di Capitol Hill potrebbe essere aggravato da una circostanza particolare. Secondo voci che non hanno ancora trovato conferme ufficiali, una delle vittime decedute durante le proteste potrebbe aver avuto un attacco di cuore a causa di una scarica di taser. Una scarica che però non è avvenuta per effetto di un intervento della polizia ma a opera dello stesso manifestante che si sarebbe colpito accidentalmente da solo. Si tratta di Kevin Greeson, uno dei manifestanti pro-Trump e già conosciuto per alcune immagini pubblicate sui social. Secondo i report ufficiali Greeson sarebbe morto a causa di un attacco di cuore e viene classificato dalle autorità tra i decessi per “emergenza medica” durante l'assalto.

L'ipotesi scossa del suo taser

In realtà circolano voci riguardo cosa possa abbia potuto provocare l'arresto cardiaco. L'attacco di cuore, che al momento le autorità riconoscono come causa della morte, potrebbe essere stato causato dalla scarica elettrica di un teaser che l'uomo portava con sé durante l'assalto. Greeson è conosciuto negli Stati Uniti per aver più volte pubblicato sui social foto con armi da guerra in post nei quali inneggiava a una cacciata armata dei Democratici dal Paese. Non sorprenderebbe quindi l'utilizzo di armi anche durante l'assalto anche se al momento si resta nel campo delle ipotesi. Le condizioni di salute di Greeson, in ogni caso, avrebbero reso letale una scarica col teaser. L'uomo, infatti, aveva problemi cardiaci dovuti alla pressione alta e si sa che le scariche con quell'arma possono uccidere i cardiopatici e altri soggetti a rischio, motivo per il quale in molti Paesi l'arma non viene utilizzata e non ritenuta sicura.

Le dichiarazioni dei familiari 

A confermare i suoi problemi di salute sono stati anche i familiari che però non hanno invece detto nulla rispetto a un eventuale possesso del taser da parte del 55enne. L'uomo è stato definito una persona pacifica dai suoi cari. A loro dire la sua partecipazione alla manifestazione non aveva alcun intento violento ma serviva solo a esprimere la sua vicinanza e sostegno al presidente uscente Donald Trump. Purtroppo le sue uscite pubbliche, unite al tenore dell'assalto al Campidoglio, rendono necessari degli accertamenti.

Le vittime durante l'assalto 

Greeson era di Athens, in Alabama, e aveva affrontato il viaggio per partecipare alla manifestazione a cui hanno preso parte elementi sovversivi della società statunitensi. Tra cui membri della setta Qanon da sempre vicina al presidente Trump di cui l'ex leader della Casa Bianca sosteneva le teorie complottiste sul “deep state”. Oppure i “proud boys” di cui era simpatizzante anche il 55enne. Insieme a Greeson sono deceduti durante gli scontri anche Ashli Babbit, l'unica a essere morta all'interno del Campidoglio e che è stata colpita da un proiettile d'arma da fuoco esploso dalla polizia, Benjiamin Phillips e Roseanne Boyland oltre al poliziotto Brian D. Sicknick come riferito poche ore fa dal New York Times.

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