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Giovedì, 25 Aprile 2024
Narcotraffico / Messico

"Suonate pure", poi la mattanza: narcos sterminano gruppo musicale

Il massacro dei Kombo Kolombia un anno fa. Da allora in Messico si è cercato di far luce sull'accaduto. Domenica scorsa la svolta: a ucciderli sono stati i Los Zetas. La loro colpa: aver suonato per il cartello rivale

Luci. Palco. Musica. I Kombo Kolombia suonano. Poi, muoiono. Tutti e 17. I loro corpi sono stati ritrovati in una fossa nel gennaio dell'anno scorso. Chi li ha uccisi? Avevano appena finito di suonare in un locale che tutti sapevano essere di proprietà del cartello di narcotrafficanti dei Los Zetas. L'ipotesi: qualche cartello rivale. Ma poche ore fa è arrivata la svolta nelle indagini.

A uccidere i 17 ragazzi dei Kombo Kolombia sono stati gli stessi Zetas. Proprio loro che li avevano pagati per suonare in quello che sarebbe stato il loro ultimo concerto in un famoso bar nello stato di Nuevo Leon. A rivelarlo è stato Josè Isidro Cruz Villareal, detto El Pichilo, un boss degli Zetas arrestato domenica scorsa. Durante l'interrogatorio ha ammesso di essere stato lui stesso a organizzare la trappola mortale.

El Pichilo ha raccontato come i Los Zetas avevano aiutato i Kombo Kolombia a lanciare la loro carriera. In cambio i musicisti collaboravano nel trasportare droga da nord a sud. Poi, l'errore. I 17 musicisti suonarono in una festa del cartello rivale, quello "del Golfo". Da qui la decisione di organizzare un "festino d'addio" per il gruppo.

E così i Los Zetas hanno prima chiamato i Kombo a suonare, li hanno lasciati esibire per oltre due ore, quindi - a fine concerto - li hanno massacrati: dodici sicari contro diciassette musicisti. Una mattanza. Poi la fossa. I funerali. Le lacrime. Le indagini. E, ora, i colpevoli. 

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