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Martedì, 16 Aprile 2024
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Amputata la mano a un ladro, Amnesty: "Atto di crudeltà sconcertante"

Era stato condannato per furto di bestiame in Iran. "Eseguire queste pene indicibilmente crudeli non ha niente a che fare con la giustizia", denuncia la ong

Un uomo condannato per furto ha subito come punizione il taglio della mano, mediante ghigliottina. E' successo nella prigione centrale di Mashhad, nel nord est dell'Iran, secondo quanto riferito dal quotidiano filo-governativo Khorasan News e denunciato da Amnesty International. 

La vittima dell'amputazione, un uomo di 34 anni di cui sono state riportate le iniziali A.Kh., è stato subito trasferito in una struttura sanitaria. Era stato condannato sei anni prima per il furto di bestiame e altri beni di valore da alcuni villaggi della zona.  "Eseguire queste pene indicibilmente crudeli non ha niente a che fare con la giustizia e serve solo a mostrare il completo disprezzo delle autorità iraniane per la dignità umana. In un sistema giudiziario forte non c'è posto per sanzioni del genere", ha dichiarato Maghdalena Mughrabi, vicedirettrice per l'Africa del Nord e il Medio Oriente di Amnesty International.

"L'amputazione di un arto è pura e semplice tortura, e compiere atti di tortura è un crimine di diritto internazionale. Come stato parte del Patto internazionale sui diritti civili e politici, l'Iran è giuridicamente obbligato a vietare la tortura in ogni circostanza e senza alcuna eccezione. Chi ordina e chi esegue tali azioni dev'essere sottoposto a procedimento penale", ha sottolineato Mughrabi.

Le autorità iraniane si ostinano a difendere le amputazioni come il migliore strumento di deterrenza nei confronti del furto, fa sapere Amnesty International  in una nota, e si rammaricano per il fatto che non possano essere eseguite in pubblico su vasta scala senza incorrere nella condanna internazionale. In una dichiarazione rilasciata nel 2010 di fronte al Consiglio Onu dei diritti umani, l'allora capo del Consiglio iraniano dei diritti umani Mohammad Javad Larjiani negò che le amputazioni fossero una forma di tortura sostenendo che erano "giustificate sul piano religioso e culturale".

"In Iran esiste un movimento di semplici cittadini e anche di esperti di religione che chiede l'abolizione delle pene crudeli, inumane e degradanti e che per questo motivo viene spesso perseguitato", conclude la nota di Amnesty International, che trova "aberrante che le autorità iraniane continuino a emettere ed eseguire condanne all'amputazione e giustifichino tale brutalità in nome della religione, della cultura e della prevenzione dei reati". 

"Le autorità iraniane devono abolire urgentemente ogni forma di punizione corporale e puntare su un sistema giudiziario fondato sulla riabilitazione e il trattamento umano dei detenuti", ha concluso Mughrabi.

Nel 2017 decine di condanne all'amputazione sono state emesse dai tribunali inferiori e poi confermate dalla Corte suprema. 

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