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Sabato, 20 Aprile 2024
Il cambio di posizione / Arabia Saudita

Da "paria" internazionale a partner: i nuovi legami degli Usa con l'Arabia Saudita

Al centro dell'incontro, l'omicidio del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi, di cui Bin Salman sarebbe il mandante per la CIA

E' fitta l'agenda del presidente statunitense Joe Biden in Medio Oriente, un viaggio storico caratterizzato da luci e ombre. A margine dell'incontro di ieri in Arabia Saudita con il principe ereditario della Mohammed Bin Salman (noto sui media internazionali come MBS), Biden ha sostenuto di aver detto a MBS di ritenerlo responsabile della morte del giornalista del Washington Post e dissidente Jamal Khashoggi, ucciso e fatto a pezzi nel 2018 nel consolato saudita a Instabul. "Ho detto chiaramente - ha spiegato il presidente Usa ai giornalisti al seguito - cosa pensavo allora e cosa penso oggi". E alla domanda su cosa avesse risposto Bin Salman, Biden ha ribattuto: "Ha detto di non essere responsabile e che aveva preso misure contro coloro che erano responsabili".

Questo scambio di battute non è destinato a chiudere il caso più scottante di questa prima visita da presidente nella regione araba. Gli attacchi negli Stati Uniti verso Biden si intensificheranno a seguito delle ulteriori indiscrezioni giornalistiche. Una fonte saudita riportata dal canale televisivo Al Arabiya racconta che Bin Salman, ricordando gli abusi commessi dall'esercito americano nella prigione irachena di Abu Ghraib, ha definito l'omicidio del giornalisti un "errore increscioso" che "non si ripeterà", prima di chiedere a Biden di non "imporre con la forza" i valori del suo Paese. 

Per difendersi dalla accuse che lo descrivono come il mandante dell'omicidio del giornalista Khashoggi, il principe eriditario avrebbe detto a Biden che giornalisti come Khashoggi vengono uccisi anche altrove e l'Arabia Saudita chiede tra l'altro "cosa abbiano fatto gli Usa e altri Paesi" per far luce sulla morte in Cisgiordania della reporter di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, uccisa lo scorso maggio in Cisgiordania da un proiettile probabilmente sparato dall'esercito israeliano. L'omicidio di Khashoggi, è stato per il principe eriditario saudita "un incidente" che poteva accadere in qualsiasi altro posto del mondo. 

L'agenda politica di Biden

Ma sono tanti i temi in agenda del presidente Usa in visita nella regione che ormai è finita nel mirino della Cina e della Russia per i suoi ricchi giacimenti di petrolio. Joe Biden rilancia la leadership americana nella regione concludendo in Arabia Saudita il suo primo viaggio da presidente in questa area cruciale del mondo, dopo la tappa in Israele e nei territori palestinesi. Il presidente Usa annuncerà lo stanziamento di un miliardo di dollari in aiuti per la sicurezza alimentare del Medio Oriente e del Nord Africa. L'annuncio, oltre a quello di un pacchetto di aiuti del valore di tre miliardi di dollari per i prossimi due anni per progetti infrastrutturali, è atteso per oggi durante il summit del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg) a Gedda. Al summit, oltre i suoi membri - ovvero Bahrain, Qatar, Kuwait, Oman, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita- parteciperanno anche Iraq, Giordania ed Egitto. 

Il piano egiziano per la pace nella regione

Il paese guidato dal presidente egiziano Abdel Al Sisi ha lanciato un piano elaborato in cinque punti per risolvere la crisi in Medio Oriente presentato durante la riunione a Gedda. Dalla formazione di uno Stato palestinese all'assegnazione di un maggior potere alle donne, dal riconoscimento di uno Stato nazionale fino alla concessione di maggiori libertà mettendo fine alle ''guerre civili che hanno esaurito le risorse dei Paesi nella regione''.

''I nostri Paesi hanno bisogno di un contributo tangibile per affrontare le sfide attuale'', ha detto al-Sisi, rivolgendo un appello a uno sforzo maggiore nella regione per giungere a ''una soluzione definitiva del processo di pace, senza passi indietro e cambi di rotta''. Al Sisi ha presentato, come priorità assoluta, la creazione di uno Stato Palestinese "che aprirebbe orizzonti di pace e di stabilità nell'area''.

Il presidente egiziano ha quindi insistito sul fatto che ''il rispetto della sovranità degli Stati e la non ingerenza dovrebbero governare i rapporti tra i vari Paesi arabi''. Al-Sisi ha poi sollecitato uno spirito di ''cooperazione per affrontare le crisi legate al cibo e all'energia''. Inoltre, nella regione ''non c'è posto per le milizie e per i loro sostenitori che forniscono denaro e armi'', ha detto Sisi, sottolineando che ''i governi arabi proteggeranno la loro sicurezza e i loro interessi con tutti i mezzi e in ogni modo''.

Il cambio della posizione del presidente Usa 

Biden, che ha invitato negli Usa il presidente degli Emirati Arabi Uniti, Mohammed bin Zayed Al Nahyan, ha dichiarato che gli Stati Uniti rimarranno un partner attivo e impegnato in Medio Oriente e ha esortato i leader riuniti in un vertice arabo a vedere i diritti umani come una potente forza di cambiamento economico e sociale.

"Gli Stati Uniti stanno investendo per costruire un futuro positivo nella regione in partnership con tutti voi", ha spiegato al Consiglio di cooperazione del Golfo, illustrando un "nuovo accordo quadro per il Medio Oriente" in cinque punti, che include il sostegno allo sviluppo economico, alla sicurezza militare e alle libertà democratiche. Questo in cambio di una maggiore integrazione con Israele in funzione anti iraniana, un aumento della produzione di petrolio per ridurre il caro benzina causato dall'invasione russa in Ucraina e un coinvolgimento nel piano di infrastrutture occidentali alternativo alla nuova Via della Seta cinese (ci sarebbe già un impegno per 3 miliardi di dollari). Quasi un tentativo di "reset", dopo anni di tensioni e incomprensioni che in parte restano ancora sullo sfondo.

Il presidente Usa durante la campagna elettorale del 2020 aveva promesso che avrebbe fatto del regime saudita un "paria" a livello internazionale. Ma la posizione di Biden si è dimostrata insostenibile: l’Arabia Saudita è uno dei principali paesi esportatori di petrolio. E a causa della guerra russa in Ucraina, c'è bisogno anche del greggio dei nemici. 

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