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Giovedì, 25 Aprile 2024
LIBANO / Libano

Libano, attivisti in piazza contro "test anale" dell'omosessualità

Decine di persone si sono ritrovate davanti al tribunale di Beirut per protestare contro questa nuova misura. "Ministro, prima di esaminare il mio ano abbia la decenza di invitarmi a cena" si leggeva su uno dei cartelli

Decine di persone si sono radunate ieri di fronte ad un tribunale di Beirut per protestare contro un nuovo “test dell'omosessualità”.

Il 28 luglio alcuni poliziotti hanno fatto irruzione in un cinema di una zona popolare della capitale, ed hanno sottoposto 36 uomini, sospettati di essere gay, ad un test anale, pretendendo in questo modo di poter stabilire il loro orientamento sessuale. 

“Onorabile ministro, prima di esaminare il mio ano, abbia almeno la decenza di invitarmi a cena” si leggeva su alcuni dei cartelli portati dagli attivisti davanti al tribunale. 

La manifestazione è stata organizzata dall'associazione Helem, da anni in prima linea nella lotta per i diritti degli omosessuali, che si è subito schirata contro quello che è stato ribattezzato “il test della vergogna”, paragonandolo all'esame della verginità al quale venivano sottoposte le manifestanti egiziane. 

“Noi vogliamo una presa di posizione chiara del ministro della Giustizia, che dica che questo tipo di misure devono essere vietate e punite dalla legge” ha commentato all'emittente Al Arabiya George Azzi, uno dei manifestanti che ha risposto all'appello di Helem. “L'associazione dei medici ha fatto sapere che questo test non ha nessun valore scientifico e che è illegale” ha inoltre aggiunto il ragazzo. 

Il Libano è uno di quei Paesi dove l'omosessualità è ancora considerata un reato. Sulla base  dell'articolo 534 del codice penale, coloro che hanno un rapporto con una persona dello stesso sesso rischiano fino a un anno di carcere.

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