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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Piano B in Libia, l'Italia prepara la missione: servono 5mila soldati

La Casa Bianca tuona: "Agiremo ogni volta che verrà individuata una minaccia diretta", mentre Renzi annuncia che Roma "farà la sua parte con gli alleati". Si pensa a un contingente occidentale per difendere dall'Isis le infrastrutture vitali nel Paese

L'Isis guadagna terreno in una Libia sempre più divisa e le potenze mondiale pensano a un piano B che aiuti a contrastare l'espansione jihadista nel paese. Come riporta Gianluca Di Feo su Repubblica, Washingont, Roma, Parigi e Londra stanno lavorando "freneticamente" a una soluzione alternativa, "anche a costo di rassegnarsi a una divisione sostanziale del paese".

Gli Usa non intendono stare a guardare l'avanzata delle truppe del Califfatto, fanno sapere.  

Così gli alleati europei si stanno allineando alla nuova posizione della Casa Bianca: "Agiremo ogni volta che verrà individuata una minaccia diretta". Una dichiarazione che in pratica permette di attaccare qualunque base dell'Is. E alla quale per la prima volta sembra avvicinarsi anche Matteo Renzi, che ieri ha detto "se ci sono iniziative contro terroristi e potenziali attentatori dell'Is, l'Italia farà la sua parte insieme con gli alleati"

Ma l'Italia al momento ribadisce anche quella che è stata la propria posizione fin dall'inizio: no a operazioni su larga scala "senza una cornica legale", cioè la richiesta di un governo riconosciuto a livello internazionale. 
Per sconfiggere l'Isis servono però non solo bombardamenti, ma anche l'intervento di truppe di terra, "soldati libici con un sostengo occidentale". Per questo serve un governo riconosciuto che legittimi proprio questo "sostegno".

Il piano B prevede tra Roma e Washington di abbandonare il parlamento di Tobruk e l'armata del generale Haftar per puntare sull'esecutivo di Tripoli. Prende piede anche l'ipotesi di dividiere il paese in tre entità, che ricalchino l'antica organizzazione amministrativa ottomana: Tripolitania, Cirenaica e Fezzan (una soluzione che troverebbe il favore anche delle altre potenze locali).

L'idea è poi quella di schierare un contingente occidentale in Tripolitania in difesa di infrastrutture chiave come porti, aeroporti, oleodotti e pozzi petroliferi. Una "missione rischiosa" che verrebbe affidata all'Italia, per un piano che prevede "fino a cinquemila soldati". 

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