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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Libia fuori controllo: rischio catastrofe, italiani in fuga

Caos in Libia per i combattimenti tra le milizie rivali a Tripoli: evacuata anche l’ambasciata Usa. Incendio "fuori controllo" vicino alla capitale. Ma gli italiani nel Paese dichiarano: "E' la nostra America, non la lasceremo mai"

TRIPOLI - Due depositi di benzina a fuoco e la paura della catastrofe imminente. Dopo l'incendio ai serbatoi colpiti la notte tra il 27 e il 28 luglio da un razzo durante gli scontri vicino a Tripoli, ha preso fuoco una seconda riserva di carburante e la situazione è molto pericolosa, secondo quanto detto dal governo libico che ha parlato di rischio di "catastrofe umanitaria e ambientale dalle conseguenze difficili da prevedere". Il portavoce della compagnia nazionale libica di petrolio ha comunicato che il secondo incendio è fuori controllo e i vigili del fuoco hanno lasciato definitivamente il sito.

Anche se cresce il rischio di essere rapiti a scopo di riscatto, molti italiani sono partiti ma non scappati da Tripoli. "E' la nostra America e torneremo qui", hanno giurato alcuni nostri connazionali al Corriere della Sera. I diplomatici occidentali, però, continuano ad abbandonare il Paese. Dopo gli americani - che hanno lasciato la capitale libica il 26 luglio - a ricevere l'indicazione di partire sono stati i diplomatici tedeschi e austriaci. Resta invece a Tripoli l'ambasciatore italiano Giuseppe Buccino, unico tra gli occidentali. Il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha chiesto di "ricondurre gli sforzi internazionali in Libia a un coordinamento Onu per fermare le violenze", mentre il premier Matteo Renzi, in una lettera ai senatori della maggioranza, ha ricordato tra l'altro che la Libia «per noi italiani è il problema più prossimo» tra i tanti fronti internazionali di crisi.

OBAMA E RENZI - E intanto Barack Obama ha convocato una conference call sui teatri di guerra - Ucraina, Medio Oriente e Libia - alla quale hanno partecipato Angela Merkel, François Hollande, David Cameron e lo stesso Renzi. È necessario un cessate il fuoco immediato tra le milizie a Tripoli hanno sottolineato i cinque leader, condannando qualsiasi qualsiasi uso della violenza per attaccare i civili, intimidire i funzionari, o interrompere il processo politico nel Paese. Dopo che il 27 luglio 100 italiani avevano lasciato la Libia, e sia Berlino sia Londra avevano invitato i propri concittadini ad andarsene, anche tremila tra medici e infermieri filippini hanno abbandonato il Paese, provocando la reazione del ministero della Salute, preoccupato della penuria di personale sanitario. Nella serata di lunedì il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha avuto un colloquio telefonico con il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon. Al centro della conversazione, la situazione internazionale con particolare riguardo al drammatico scenario politico per il quale il premier, in linea con gli esiti della Conference Call con Usa, Gran Bretagna, Germania e Francia, ha chiesto alle Nazioni Unite di svolgere un ruolo attivo per favorire la cessazione delle ostilità e l'avvio di un dialogo politico tra le diverse parti.

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