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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Libia, a Berlino c'è un primo accordo: sì al cessate il fuoco permanente

I Paesi partecipanti alla conferenza di Berlino sulla Libia hanno approvato la dichiarazione finale "senza modifiche sostanziali" alla bozza che era stata messa a punto

Si è svolta oggi a Berlino la conferenza di pace per la Libia. Sarraj e Haftar sono entrambi arrivati ieri nella capitale tedesca. "Se il generale non pone fine alle ostilità serve una forza internazionale", ha detto il premier libico al quotidiano tedesco Die Welt. Presenti a Berlino anche il premier italiano Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Libia, la conferenza di Berlino: i sei punti 

Sono sei i capitoli che compongono le conclusioni del documento varato dalla conferenza di Berlino sulla Libia. Un testo, rimbalzato sui media internazionali, che fino all'ultimo potrebbe ancora subire limature e cambiamenti e su cui restano al lavoro gli sherpa dei partecipanti al summit: Algeria, Cina, Egitto, Francia, Germania, Italia, Russia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Onu, Unione africana, Unione europea Lega araba e Usa. Unificazione delle istituzioni esecutive, legislative e militari libiche; sanzioni per chi facilita la guerra in Libia; una forza di sicurezza militare unificata per combattere il terrorismo: sono alcuni dei punti citati nella bozza di accordo della conferenza di Berlino, di cui dà notizia l’emittente panaraba Al Arabiya.

Cosa sta succedendo in Libia e quali sono le cause (e le origini) del conflitto

La bozza – secondo quanto riporta l’agenzia Tass, che ha visionato il documento - è costituita da sei punti principali. Per attuare l’iniziativa viene proposto di creare uno “speciale meccanismo internazionale per accompagnare le decisioni prese dal vertice” di domani, “al fine di mantenere il coordinamento dopo Berlino”. Questo “meccanismo” dovrà tenere regolari riunioni “sotto l’egida delle Nazioni Unite”: i rappresentati di alto livello dei “Paesi-mediatori” dovranno incontrarsi una volta al mese e poi presentare un rapporto sui risultati. Inoltre, verranno istituiti “gruppi di lavoro speciali”, che dovranno riunirsi due volte al mese in Libia o in Tunisia.

Dopo l’approvazione della dichiarazione da parte di tutti i partecipanti alla Conferenza di Berlino, scrive la Tass, il documento sarà sottoposto all’esame del Consiglio di Sicurezza Onu.

I sei punti principali della dichiarazione sono i seguenti:

  • Cessate il fuoco. “Tutte le parti coinvolte nel conflitto” devono mettere fine alle ostilità e sul lungo termine devono arrivare a una “cessazione globale” di tutte le ostilità, “comprese quelle con l’uso dell’aviazione sul territorio libico”; il monitoraggio del rispetto della tregua sarà affidato all’Onu; si accoglie con favore “la diminuzione dell’intensità delle ostilità dopo il 12 gennaio”, “nonché le consultazioni svoltesi a Mosca il 14 gennaio per creare le condizioni di un accordo sulla tregua”. Il documento contiene un appello a “fermare i movimenti delle truppe delle parti in conflitto e delle forze che le appoggiano su tutto il territorio della Libia dall’inizio del cessate il fuoco”.
  • L'embargo sulle armi. Si prevede “l'impegno” a rispettare l’embargo sulle armi imposto dalla soluzione Onu 1970/2011, nonché le successive risoluzioni del Consiglio di sicurezza”. “Chiediamo al Consiglio di sicurezza Onu”, si legge nella bozza riportata dalla Tass, di varare le dovute sanzioni a chi viola l’accordo sul cessate il fuoco”.
  • Riavviare il processo politico, sotto l’egida della Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil): la bozza di comunicato congiunto chiede “l’istituzione di un Consiglio presidenziale funzionante e la formazione di un governo libico unico, unito, inclusivo ed efficace, approvato dalla Camera dei rappresentanti” della Libia. L’invito a tutte le parti in conflitto è di impegnarsi in modo costruttivo a tenere elezioni parlamentari e presidenziali libere e indipendenti. I partecipanti alla Conferenza di Berlino chiedono, inoltre, al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, all’Unione africana, alla Ue e alla Lega araba di agire contro coloro che ostacolano il processo politico. La proposta di documento sottolinea l’importante ruolo svolto dai Paesi vicini nel garantire la stabilità della Libia.
  • Ripristinare il controllo dello Stato sull'esercito. Si chiede una riforma del settore della sicurezza in Libia, con il “ripristino del monopolio dello Stato sull’uso legittimo della forza”; si esprime sostegno all’istituzione di forze armate, forze di sicurezza e di polizia unificate, che saranno subordinate alle autorità civili centrali, sulla base dei colloqui svolti in precedenza al Cairo e dei documenti adottati sulla base degli stessi colloqui.
  • Riforme economiche strutturali. Per facilitare le riforme, si propone la creazione di una Commissione di esperti economisti sulla Libia, al fine di lanciare un “meccanismo che garantisca la ripresa di tutti i settori dell’economia, che si trovano sotto il controllo del nuovo governo di accordo nazionale”.
  • Il rispetto dei diritti umani. La bozza del documento “sollecita tutte le parti in Libia a rispettare pienamente il diritto internazionale umanitario e i diritti umani, a proteggere i civili e le infrastrutture civili”. Il progetto di comunicato finale riportato dalla Tass - la cui bozza è in continua evoluzione e su cui si sta lavorando nei negoziati di preparazione alla Conferenza - invita anche a migliorare il lavoro della magistratura, “a mettere fine alla pratica delle detenzioni illegali”, a “chiudere gradualmente i centri di detenzioni per migranti e richiedenti asilo, allineando la base della legislazione libica in materia di immigrazione e asilo al diritto internazionale”. La bozza del documento sottolinea infine la necessità di prendere misure contro chi si renderà responsabile di violazioni del diritto internazionale.

Libia, approvata dichiarazione a Berlino

I Paesi partecipanti alla conferenza di Berlino sulla Libia hanno approvato la dichiarazione finale "senza modifiche sostanziali" alla bozza che era stata messa a punto. E' quanto apprende l'Adnkronos da fonti a Berlino, secondo le quali si sta valutando se la cancelliera tedesca Angela Merkel ed il ministro degli Esteri Heiko Maas vedranno di nuovo separatamente il premier del governo di accordo nazionale libico Fayez Serraj ed il generale Khalifa Haftar nella sede della cancelleria, come stamattina, oppure se i due protagonisti della crisi libica, sempre separatamente, interverranno alla plenaria della conferenza.

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