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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La profezia dei ribelli libici: "Italia assente, la tregua non reggerà"

Parla Naser Ali, un colonnello delle Settima Brigata, la milizia che con la sua offensiva lanciata lo scorso 27 agosto verso il centro di Tripoli ha rotto gli equilibri

Una tregua fragile, troppo fragile. La tregua raggiunta in Libia ieri "non reggerà" e l'Italia, tradizionale partner del Paese Nordafricano "è assente". Lo dice in un'intervista a Repubblica, Naser Ali, un colonnello delle Settima Brigata, la milizia che con la sua offensiva lanciata lo scorso 27 agosto verso il centro di Tripoli ha sconvolto i fragili equilibri del potere in Libia.

"La tregua non reggerà e lo vedrete nei prossimi giorni: è un accordo debole", ha detto Naser Ali per il quale "l'Italia è assente: per tradizione, vicinanza e amicizia avrebbe un ruolo importante con il nostro Paese e invece è immobile. Dovrebbe cambiare l'approccio del suo dialogo con la Libia proponendo programmi sociali, sanitari, interessandosi ai problemi che affliggono migliaia di cittadini libici".

E a proposito delle dichiarazioni del ministro degli Interni Matteo Salvini che ha accusato la Francia di essere dietro al caos in Libia, il colonnello ha risposto così: "Al ministro Salivini rispondiamo che la Francia è contro la nostra operazione. Ma la Francia ha una strategia di lungo termine e da molto tempo cerca di creare problemi al governo (Fayez) Sarraj", che guida il governo d'Accordo Nazionale, l'unico riconosciuto dalla comunità internazionale.

Moavero: "Documento importante"

Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha sottolinea l'importanza del "Joint Statement" sul cessate il fuoco in Libia, concordato in sede P3+1 (Italia, Francia, Regno Unito e Stati Uniti), del quale l'Italia si è fatta promotrice nel quadro delle iniziative del Governo, a fronte della difficile situazione che si era venuta a creare in Libia.

Francia, Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti nel documento confermano il "forte sostegno" a Ghassan Salame, inviato speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite, al lavoro per "un'immediata e durevole cessazione delle ostilità nella capitale libica, che è una tappa critica per fare avanzare il processo politico previsto dal piano dell'Onu".

"Tutti i partiti - prosegue il Joint Statement - dovrebbero immediatamente cessare i combattimenti. Chiediamo a tutti i partiti libici di astenersi da qualunque azione che possa minare l'accordo sul cessate il fuoco". "Noi confermiamo il supporto al presidente del Consiglio di presidenza Fayez al-Sarraj e al governo di Unità nazionale che lavorano in accordo con l'Onu per promuovere la riconciliazione e sostenere un processo politico a guida libica".

Minniti: "Non sottovalutare la situazione"

L'Italia deve cambiare subito passo. Sottovalutare i rischi di quanto sta accadendo in Libia potrebbe avere conseguenze gravissime". Così l'ex ministro dell'Interno Marco Minniti in un'intervista al Corriere della Sera.

Per l'esponente del Pd "prima di tutto dobbiamo essere noi a gestire in maniera diretta questo momento di instabilità. È giusto che si chieda che sia garantito un percorso di sicurezza e trasparenza verso le elezioni. Ma questo non deve significare il superamento dell'orizzonte elettorale. Ma soprattutto, questo è l'aspetto fondamentale, l'Italia deve smettere di essere l'elemento divisivo dell'Europa".

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