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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Coronavirus: l'Europa ha paura e si chiude

Dalla Spagna alla Francia, dal Regno Unito alla Danimarca, passando per Germania e Austria, la curva dei contagi torna a salire e i governi corrono ai ripari. L'Italia è circondata

Da settimane in diversi paesi europei i numeri dell'epidemia di coronavirus sono tornati a crescere. L'Italia, dove con i suoi 1.587 nuovi positivi in ventiquattro ore con 83.428 tamponi effettuati (sabato però erano circa 103mila), si ritrova accerchiata mentre Francia, Spagna, Germania, Austria e altri devono fare i conti con numeri molti più alti e nuove restrizioni.

Madrid, protesta per le zone rosse "segregazioniste"

In Spagna diverse zone di Madrid sono in lockdown, con coprifuoco per bar e negozi, giardini e parchi chiusi, mobilità limitata in entrata o in uscita da questi quartieri. Le nuove restrizioni interessano circa 850mila persone che vivono soprattutto in quartieri poveri e con molti immigrati, zone con un’alta concentrazione di residenti con un reddito inferiore alla media nazionale e un’alta densità abitativa.

Migliaia di manifestanti sono scesi in piazza per protestare contro quelle che vengono viste come misure segregazioniste, che vanno a colpire le famiglie con i redditi più bassi e più in difficoltà di fronte all'avanzare del virus. Le nuove restrizioni sono state adottate da Isabel Díaz Ayuso, presidente della Comunità di Madrid, che ha risposto alle accuse sostenendo che le limitazioni sono state imposte in quelle che sono attualmente le zone più colpite.

Metà Francia è "zona rossa" ma le classi chiuderanno solo se ci saranno almeno 3 casi

In Francia, dove nelle ultime ventiquattro ore si sono registrati più di 10mila nuovi casi, 50 dipartimenti su 96 sono considerati "zona rossa", ossia "zona di circolazione attiva del virus", lasciando ai prefetti mano libera per adottare misure supplementare per contenere la diffusione del contagio. Eppure, nonostante la situazione e con 89 istituti scolastici pubblici e privati chiusi a causa di contagi su un totale di 61.500, la Francia ha deciso di adottare regole più flessibili per quanto riguarda la messa in quarantena di scuole materne ed elementari: la chiusura di una classe scatterà solo a partire da 3 casi di positività all'interno della stessa classe, mentre prima si potrà continuare con la normale attività.

Finora gli alunni potenzialmente a contatto con un bambino positivo potevano rientrare a scuola soltanto con un tampone negativo effettuato sette giorni dopo l'ultimo presunto contatto con il compagno contagiato. Il protocollo per l'identificazione delle persone entrate in contatto con il caso positivo, il loro eventuale isolamento, la possibile chiusura di una classe o anche di un'intera scuola verrà applicato con almeno tre casi confermati nella stessa classe provenienti da famiglie diverse. L'insegnante di scuola materna o elementare che abbia fatto uso di mascherina e sia stato in prossimità di un alunno positivo e non protetto da mascherina non dovrà isolarsi. Una decisione che rispecchia il parere dell'Alto Consiglio per la Salute pubblica francese secondo cui i bambini "sono scarsamente a rischio di contrarre forme gravi e poco attivi nella trasmissione del Sars-Cov-2".

Torna lo spettro del lockdown nel Regno Unito

Boom di nuovi contagi anche nel Regno Unito, dove sono state previste multe fino a 10mila sterline per chi viola l'isolamento e dove il governo sta valutando nuove misure restrittive, non ultimo un lockdown a Londra, anche se per il momento sembra escludere un ritorno alle chiusure totali di questa primavera.

Le ipotesi che circolano parlano di chiusure "mirate", per evitare di bloccare nuovamente il paese intero. Per il ministro della Salute Matt Hancock il Paese si trova in questo momento in un "punto critico". Per il premier Boris Johnson "il modo migliore per combattere questo virus è che tutti seguano le regole e si isolino se corrono il rischio di trasmettere il coronavirus" e azioni più dure in questa fase serviranno a "salvaguardare" il Natale.

Attenzione anche in Germania, Austria e Danimarca

Numeri in salita anche in Germania, dove sabato il Robert Koch Institute ha certificato nella giornata di sabato 2.297 nuovi casi di positività, il numero più alto da aprile. E mentre le autorità bavaresi hanno annunciato l'intenzione di rendere obbligatorio l'uso delle mascherine all'aperto e in alcune zone considerate a rischio, ieri migliaia di persone si sono radunate a Dusseldorf, nella Renania Settentrionale-Vestafalia, per protestare contro le misure restrittive adottate dal governo di Berlino, invitando la gente ad abbracciarsi contro il distanziamento sociale.

Anche l'Austria ha inasprito le restrizioni per contenere il contagio, così come le sanzioni per chi non rispetta le regole. Gli attualmente positivi in Austria sono 8.375, un dato che non si registrava dalla scorsa primavera, anche se in poco più di una settimana sono calati leggermente i ricoveri.

Restrizioni anche in Danimarca, dove sono state estese a tutto il paese le restrizioni che finora erano state imposte a Copenaghen: ristoranti e bar chiudono alle 22, le mascherine sono obbligatorie all'interno dei locali, non si possono tenere incontro con più di 50 persone (tranne dove ci sia lo spazio adeguato a mantenere il distanziamento e si adottino misure igieniche adeguate). Il paese si prepara così all'arrivo dell'autunno e a una possibile nuova fase dell'epidemia, dopo che anche lì nelle ultime settimane si sono registrati molti nuovi casi.

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