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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Cosa sappiamo finora sull'attacco in Congo in cui sono morti Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci

La ricostruzione secondo fonti di intelligence. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta: carabinieri del Ros a Kinshasa per prendere parte alle indagini sull’attacco, insieme con gli investigatori locali

Il convoglio del quale faceva parte l’ambasciatore italiano in Congo Luca Attanasio sarebbe stato attaccato da un commando composto da sei persone, che avrebbero prima ucciso l’autista congolese e poi condotto il resto delle persone della foresta circostante. Questa la ricostruzione dell’attacco, secondo quanto appreso Adnkronos da fonti di intelligence.

A poche centinaia di metri, scrive l’agenzia, c’erano una pattuglia dell'Istituto congolese per la conservazione della natura e anche un’unità dell'esercito congolese, giunti in soccorso dei rapiti. Ma quando sono intervenuti i rangers, gli aggressori hanno sparato al carabiniere di scorta all'ambasciatore, Vittorio Iacovacci, e al diplomatico. Il governo locale aveva autorizzato il movimento senza scorta del convoglio del World Food Programme (WFp), di cui faceva parte l'ambasciatore italiano a Kinshasa, dicono ancora all'Adnkronos fonti di intelligence. 

L’attacco al convoglio della Monusco - la missione dell’Onu per la stabilizzazione della Repubblica Democratica del Congo - è avvenuto intorno alle 10 locali (le 9 ora italiana) presso la cittadina di Kanyamahoro, vicino Goma. Sono molti i gruppi armati che operano nella zona dei monti Virunga, tra Congo, Ruanda e Uganda, e spesso prendono di mira i ranger del parco, famoso per i gorilla di montagna. 

La Procura di Roma apre un’indagine sull'attacco in Congo

La Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine, al momento contro ignoti, per sequestro di persona con finalità di terrorismo in relazione all'attacco a un convoglio delle Nazioni Unite nel Congo orientale in cui sono rimasti uccisi l'ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci, il carabiniere della sua scorta. Il Procuratore capo di Roma Michele Prestipino, titolare del fascicolo (la Procura capitolina è titolare per i reati commessi all'estero che hanno come vittime i cittadini italiani) ha delegato le indagini ai Carabinieri del Ros.

Domani un gruppo di investigatori del Ros si recherà domani a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo su delega della Procura romana, per prendere parte alle indagini sull’attacco, insieme con gli investigatori locali. A piazzale Clodio si attende quindi una prima informativa in merito a quanto accaduto.

"Chi c'è dietro l'attacco in Congo"

Le stesse fonti sostengono che dietro l’attacco di sarebbero le Forze democratiche ruandesi: le autorità locali, nonostante al momento l’identità degli assalitori sia ancora sconosciuta, sembrerebbero privilegiare in questa fase la pista del Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr-Foca), principale gruppo residuo di ribelli ruandesi di etnia Hutu. Il governatore del Nord Kivu, Carly Nzanzu Kasivita, ha riferito che le indagini sono in corso, e che è stato interrogato uno dei sopravvissuti, il quale conferma che gli aggressori si sono parlati in kinyarwanda e hanno parlato con gli ostaggi in swahili. Secondo lo Us Counter Terrorism Center, le Fdlr sono il probabile responsabile di circa una dozzina di attentati terroristici commessi nel 2009, che hanno ucciso centinaia di persone nel Congo orientale

Dopo il 2010, come conseguenza dell’azione dell’esercito congolese e dei ranger dell’Iccn, il gruppo ha rimodulato la sua strategia preferendo azioni a bassa intensità ma con profitti maggiori, soprattutto finanziari. Sono loro che nel 2018 rapirono due turisti inglesi nel parco nazionale di Virunga, rilasciandoli dopo due giorni. Nell’aprile del 2020 circa 60 membri del gruppo attaccarono una pattuglia dell’Istituto congolese per la conservazione della natura provocando 17 morti, di cui 12 ranger.

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Soldati locali e delle Nazioni Unite sul luogo dell’attacco in cui hanno perso la vita l’ambasciatore Attanasio, il carabiniere Iacovaci e l’autista del convoglio su cui viaggiavano (EPA/STR)

Le Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr) sono un gruppo armato formato nella Repubblica democratica del Congo nel 2000. Difende gli interessi degli hutu ruandesi che si sono rifugiati nella Rdc ed è contrario alla presidenza di Paul Kagame. Sarebbe il successore dell'Esercito di liberazione del Ruanda e conterebbe tra le sue fila dei responsabili del genocidio dei tutsi, accusa negata dal gruppo. L'obiettivo finale della formazione è tornare in Ruanda, rovesciare il regime di Paul Kagamé e instaurare un nuovo regime politico.

Secondo Amnesty International e le reti di informazione regionali integrate, le Fdlr sarebbero responsabili di saccheggi, stupri, omicidi, rapimenti e uso di bambini soldato e sarebbero i "principali responsabili dell'insicurezza e dell'instabilità" nell'est della Repubblica democratica del Congo secondo l'Onu. L'ideologia di riferimento del gruppo, 'Hutu power', deriva dal movimento ideologico degli estremisti hutu fondato nel febbraio 1993, sostenitore in Ruanda del nazionalismo etnico. Il nome deriva dalla parola d'ordine usata dai suoi sostenitori per esprimere in inglese il potere esclusivo degli Hutu in un Ruanda 'purificato' dalla presenza dei tutsi. Ha contribuito al genocidio dei tutsi in Ruanda e al massacro degli Hutu moderati nel 1994.

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