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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il processo / Regno Unito

L'infermiera accusata di aver ucciso almeno sette neonati iniettando insulina, aria o latte

Durante il processo nei suoi confronti, la 33enne Lucy Lebty ha negato ogni accusa in lacrime: "Sono devastata, volevo fare del bene". La donna è accusata dell'omicidio di sette bambini del tentato omicidio di altri dieci

"Sono devastata, non ho mai fatto del male a un bambino sotto le mie cure". È scoppiata a piangere in aula Lucy Letby, l'infermiera inglese di 33 anni accusata di dell'omicidio di sette bambini affidati e del tentato omicidio di altri 10 tra giugno del 2015 e giugno 2016. La donna, che fino a due anni fa lavorava nel reparto neonatale al Countess of Chester Hospital, a Chester, nord-ovest dell'Inghilterra, ha raccontato in tribunale di essere "devastata" da queste accuse e di aver sviluppato un disturbo da stress post-traumatico a causa del suo arresto "traumatizzante". Nella giornata di ieri, martedì 2 maggio, la 33enne ha testimoniato durante il processo a suo carico, negando ogni accusa nei suoi confronti: "Ho sempre fatto del mio meglio per prendermi cura di loro. Sono qui per aiutare e non per fare del male".

Lucy Lebty è accusata di aver iniettato insulina, aria o latte ai neonati, nei 12 mesi in cui ha operato al Countess of Chester Hospital, uno dei piccoli sarebbe stato ucciso quando aveva soltanto 24 ore di vita. Davanti ai parenti delle vittime presenti in aula la donna ha negato tutto: "Quando mi hanno arrestato non potevo crederci, ero disgustata. Non credo che esista un'accusa peggiore di questa. Quando sono stata rimossa dal mio incarico sono arrivata a mettere in discussione anche me stessa, ho pensato più volte al suicidio". Come riportano i media britannici, l'infermiera è stata rimossa dal suo ruolo nel luglio 2016, quando alcuni consulenti hanno notato una preoccupante coincidenza tra la serie di decessi tra i neonati e i turni della 33enne. "Il lavoro era la mia vita - ha detto piangendo la donna - Non riesco a esprimerlo a parole, il mondo intero si è fermato. Dopo l'arresto mi è stato diagnosticato un problema di ansia e depressione e un disturbo da stress post-traumatico".

I giudici hanno chiesto all'infermiera spiegazioni sul alcuni appunti rinvenuti nel suo appartamento, in cui la donna scriveva frasi come "mi odio", "sento di aver sbagliato" o "sono cattiva, l'ho fatto". Lebty ha spiegato in aula che in quel momento sentiva di essere stata incompetente, di aver sbagliato qualcosa: "Pensavo di essere una persona orribile e malvagia, che avevo commesso degli errori e non lo sapevo. Sentivo di essere responsabile in qualche modo". In un altra nota la donna definiva "bastardi" il dottor Ravi Jayaram e il dottor Stephen Brearey, i due colleghi che avevano sollevato preoccupazioni su di lei alla direzione ospedale, un linguaggio utilizzato dalla donna ma che, secondo lei, non rappresentava il suo pensiero": La corta ha anche chiesto lumi sulle 2.381 ricerche su Facebook effettuate tra giugno 2015 e giugno 2016, molte delle quali riguardavano i familiari dei neonati deceduti: "Era normale curiosità - ha raccontato - cercavo sempre amici e genitori dei bambini che avevo curato, ero sempre al telefono". Secondo l'accusa i decessi dei piccoli hanno un "denominatore comune", la presenza di Lucy Lebty: "Sono avvenuti durante i turni di notte quando Letby era di turno e poi quando era al lavoro durante il giorno. Non si tratta di un caso".

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