Con Lukashenko in Cina Xi diventa mediatore della guerra in Ucraina
Il conflitto in Ucraina ha tenuto banco durante l'incontro tra il presidente bielorusso e il suo omologo cinese. Ma anche il sostegno economico, in cima all'agenda politica bielorussa, è stato al centro del colloquio tra Lukashenko e Xi
L'uomo forte della Bielorussia è arrivato in Cina. Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, impegnato in una visita di tre giorni a Pechino, ha incontrato oggi 1° marzo l'omologo cinese Xi Jinping in un momento cruciale dell'attività politica del gigante asiatico: le imminenti "due sessioni", cioè l'annuale appuntamento legislativo. Ma la presenza del principale alleato di Vladimir Putin irrompe in un momento delicato per il conflitto in Ucraina. Lukashenko, che non ha mai condannato l'invasione lanciata dal presidente russo, è un forte sostenitore del concept paper, il piano di pace di 12 punti presentato dalla Cina e che è stato accolto con scetticismo dall'occidente.
Il ruolo della Bielorussia nella guerra in Ucraina
Non una novità, però. Il leader autoritario che governa la Bielorussia dal 1994 ha svolto un ruolo cruciale nel conflitto, tanto che l’Ucraina ha più volte espresso il timore che Minsk possa entrare attivamente in guerra, cosa sinora non accaduta. Tuttavia lo scorso anno Lukashenko ha permesso alla Russia di utilizzare il suo paese come piattaforma di lancio dell'attacco per invadere l'Ucraina, scatenando la dura risposta dell'Unione europea che ha imposto sanzioni contro Minsk. Ma all'amico di Putin poco interessa: la Bielorussia fa affidamento sul sostegno economico e politico di Mosca, come emerso quando Mosca ha offerto il suo aiuto per reprimere le proteste antigovernative in Bielorussia nel 2020.
La visita di Lukashenko in Cina alimenta le preoccupazioni e speculazioni di Washington che vede Pechino avvicinarsi ulteriormente a Mosca e offrire il suo sostegno nella guerra in Ucraina. Il gigante asiatico, infatti, non ha mai preso una posizione ufficiale sul conflitto, tanto da non definirlo "guerra".
"Il fatto che la Repubblica popolare cinese si stia impegnandosi con Lukashenko, che ha di fatto ceduto la propria sovranità alla Russia, è solo un ulteriore elemento dell'impegno della Cina con la Russia e con tutti coloro che sono coinvolti e sostengono la brutale guerra della Russia contro l'Ucraina", ha affermato Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato, riferendosi alla Cina che nelle ultime settimane è finita i riflettori statunitensi per il suo presunto aiuto militare a Mosca. Per alcuni analisti statunitensi, la visita del leader bielorusso potrebbe anche determinare implicazioni per le discussioni sulla potenziale consegna di aiuti cinesi alla Russia, con la Bielorussia che potrebbe porsi come intermediario tra Pechino e Mosca.
La fiducia di Minsk sul "piano di pace" cinese
Il conflitto in Ucraina ha tenuto banco durante l'incontro tra il presidente bielorusso e il suo omologo cinese. La presenza di Lukashenko nella Grande Sala del Popolo, su piazza Tiananmen a Pechino, viene quindi letta da molti come un segnale di fiducia nel "documento di pace" del governo cinese. Fiducia in un piano in cui non si fa distinzione tra aggressori e aggrediti e nessuno viene condannato per il conflitto.
Come si legge nel comunicato ufficiale, il leader di Minsk ha espresso il "proprio sostegno al piano per la sicurezza globale della Cina", utilizzando un'espressione dal doppio di riferimento agli importanti progetti cinesi, cioè la Belt and Road Initiative e il Global Security Initiative. L'approvazione di Lukashenko al "piano di pace" cinese ha un messaggio implicito: riconoscere l'impegno di Pechino di rafforzare il suo ruolo di mediatore nel conflitto.
Dai comunicati finali, che riprendono le parole del leader Xi, emerge quindi quanto Pechino voglia perseguire la "soluzione politica" per porre fine al conflitto e "abbandonare la mentalità da Guerra Fredda". Citando per la prima volta il documento in dodici punti per la pace in Ucraina, pubblicato la settimana scorsa dal ministero degli Esteri di Pechino, Xi ha sottolineato che è necessario "rispettare le legittime preoccupazioni di sicurezza di tutti i Paesi e costruire un'architettura di sicurezza europea equilibrata, efficace e sostenibile", aggiungendo che non si deve "politicizzare e strumentalizzare l'economia mondiale" e che bisogna fare cose che servano a "risolvere pacificamente la crisi". Ancora una volta la Cina attacca in maniera velata gli Stati Uniti. L'equilibrio ondivago della Cina sulla guerra ha minato gli sforzi di Pechino di ottenere maggiori relazioni commerciali e politiche con le potenze europee, necessarie per rilanciare l'economia cinese e contrastare il crescente scontro ideologico e politico in atto con gli Stati Uniti.
Le ambizioni bielorusse: la zona di libera scambio
Tra i due leader non si è parlato solo la guerra. I due paesi hanno firmato una serie di documenti di cooperazione in ambito economico e commerciale, industriale, agricolo, scientifico e tecnologico, nonché la promessa della creazione, entro quest'anno, di una zona di libero scambio e investimenti in Bielorussia. Con una popolazione di appena 9,3 milioni di abitanti, la Bielorussia ha un'economia minuscola rispetto a quella cinese, ma è un importante produttore di fertilizzanti. Prodotti a cui guarda con interesse Pechino.
Il sostegno economico, in cima all'agenda politica di Lukashenko, è stato al centro del colloquio tra Lukashenko e Xi. La Bielorussia, che si trova sempre più isolata a causa delle sanzioni occidentali, ambisce a rafforzare i legami con Pechino, nell'ottica di controbilanciare la dipendenza economica dalla Russia. Pechino e Minsk vantano lunghi rapporti bilaterali: i due paesi hanno avviato il dialogo diplomatico poco dopo la dichiarazione di indipendenza della Bielorussia dall'ex Unione Sovietica nel 1991. Un'ulteriore spinta ai rapporti bilaterali è arrivata nel 2022 con la promulgazione di un "partenariato strategico globale per tutte le stagioni", rafforzato con il bilaterale di oggi durante il quale arriva l'elogio di Xi per un'amicizia "indissolubile" tra Minsk e Kiev. Espressione che ricorda l'amicizia "senza limiti" tra Xi e Putin suggellata pochi giorni prima dell'offensiva lanciata dal presidente russo e che potrebbe confermare le tesi di chi riconosce un ruolo della Cina nella guerra in Ucraina.