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Giovedì, 18 Aprile 2024
BANGLADESH / Bangladesh

Sotto le macerie di Dacca gli sfruttati dei grandi marchi italiani

Il bilancio delle vittime sale a 304 morti, e un'Ong denuncia che nelle fabbriche del palazzo crollato si lavorava per marchi italiani

E' salito ad almeno 304 il numero dei morti nel crollo di un palazzo di otto piani avvenuto a Savar, sobborgo della capitale, Dacca: lo hanno reso noto fonti dell'esercito del Bangladesh.
Fino ad ora i soccorritori hanno tirato fuori illesi dalle macerie oltre 2mila persone sulle circa tremila che si trovavano nell'edificio al momento del crollo.

Dopo la tragedia inizia però la polemica, che porta fino in Italia: la Campagna Abiti Puliti (sezione italiana della Clean Clothes Campaign), rivela infatti che gli attivisti dei diritti umani che sono riusciti ad accedere alle macerie hanno trovato etichette e documentazione che collega alcuni grandi marchi europei a questa ennesima tragedia: la spagnola Mango, l'inglese Primark e anche l'italiana Benetton, oltre ad altri marchi italiani.

Questo crollo, denunciano gli attivisti, fornisce ulteriori prove a conferma dell'inefficacia del ruolo delle società di auditing nella protezione della vita dei lavoratori, convinti che tali decessi continueranno fino a quando le imprese e i funzionari di governo non sottoscriveranno un programma per la sicurezza degli edifici indipendente e vincolante.

VIDEO: I SOCCORSI TRA LE MACERIE DELL'EDIFICIO CROLLATO

"Tragedie come questa mostrano la totale inadeguatezza dei sistemi di controllo e delle ispezioni condotte dalle imprese senza il coinvolgimento dei sindacati e dei lavoratori" spiega Deborah Lucchetti della Campagna Abiti Puliti, "non possiamo continuare ad assistere ad un tale sacrificio di vite umane dovuto alla totale irresponsabilità di un sistema produttivo basato sulla competizione al ribasso. Le famiglie delle vittime e i feriti rimaste senza reddito e supporto ora hanno diritto a cure adeguate e risarcimento appropriato da parte delle imprese coinvolte per gli irreparabili danni subiti, oltre a giustizia immediata e assunzione di responsabilità da parte di tutti colore che dovevano prevenire questa carneficina".

Crollo edificio a Dacca

Per mettere fine a questi incidenti, la Campagna Abiti Puliti esorta i marchi che si riforniscono in Bangladesh a firmare immediatamente il Bangladesh Fire and Building Safety Agreement. La CCC, insieme con i sindacati locali e globali e le organizzazioni per i diritti dei lavoratori, ha messo a punto un programma specifico di azione che include ispezioni indipendenti negli edifici, formazione dei lavoratori in merito ai loro diritti, informazione pubblica e revisione strutturale delle norme di sicurezza. È un'operazione di fondamentale trasparenza che deve essere sostenuta da tutti gli attori principali bengalesi e internazionali.

L'accordo è già stato sottoscritto lo scorso anno dalla società statunitense PVH Corp (proprietaria di Calvin Klein e Tommy Hilfiger) e dal distributore tedesco Tchibo. È il momento che tutti i principali brand del settore si impegnino per garantirne una rapida attuazione. Il programma può salvare la vita di centinaia di migliaia di lavoratori attualmente a rischio in fabbriche insicure e costruite illegalmente.

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