rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Mondo Francia

Francia, Macron 'padrone' del Parlamento: ha la maggioranza assoluta

République en Marche, il partito del neo presidente francese, ha ottenuto una vittoria schiacciante nonostante l'astensionismo record. Repubblicani seconda forza politica, male Front National

Vittoria schiacciante per il nuovo presidente francese Emmanuel Macron al secondo turno delle elezioni politiche, che ha ottenuto la maggioranza parlamentare che gli consentirà di portare avanti la sua agenda di riforme, sconvolgendo il quadro politico tradizionale. Il partito centrista del presidente, République en Marche (REM), e l’alleato MoDem, secondo i dati del ministero degli Interni, hanno ottenuto rispettivamente 308 e 42 seggi, per un totale di 350 su 577, ben oltre i 289 che rappresentano la maggioranza assoluta dell’Assemblée Nationale. Tuttavia si tratta di un numero inferiore al 400-450 seggi indicati dalle stime emerse dopo il primo turno delle elezioni legislative, domenica 11 giugno.

“Un anno fa nessuno avrebbe immaginato un tale rinnovamento politico” ha detto il premier Edouard Philippe. Sconosciuto solo tre anni fa, eletto a 39 anni all’Eliseo, Emmanuel Macron, il più giovane presidente francese della storia, ha vinto la sua ultima sfida: prendere il controllo dell’Assemblée nationale per varare il suo ambizioso programma di riforme liberal-sociale e rafforzare la posizione della Francia in Europa. La cancelliera tedesca Angela Merkel, che in autunno affronterà a sua volta una prova elettorale, si è subito congratulata per la “maggioranza parlamentare netta”, secondo il suo portavoce. E il ministro degli Esteri di Berlino, Sigmar Gabriel, ha detto che la “via delle riforme ora è spianata”.

Ma la consacrazione di Macron alla guida della Francia è stata offuscata dall’astensione: il 57,32% degli elettori è rimasto a casa, secondo i dati del ministero degli Interni. Un record che si spiega con l’annunciata marea macronista, la maratona elettorale iniziata in ottobre con le primarie della destra, il disinteresse crescente per la politica. “Il nostro popolo è entrato in una specie di sciopero generale civico” ha detto il leader della sinistra radicale Jean-Luc Mélenchon, eletto a Marsiglia.

Il movimento presidenziale ha spazzato via i partiti che da decenni sono al centro della vita politica francese, ma l’onda di marea attesa dal alcuni sondaggi non si è materializzata.

“Otteniamo una maggioranza netta ma allo tesso tempo i francesi non hanno firmato un assegno in bianco” ha commentato il portavoce del governo Christophe Castaner.

Al secondo posto, con un forte distacco, Les Républicains di destra e i loro alleati centristi ottengono 130 seggi. Il numero uno dei Républicains, François Baroin, si è detto felice che il numero dei seggi sia “abbastanza importante per far valere le convinzioni” della destra. Ma a destra, come a sinistra i “”macron-compatibili” rischiano di rompere le righe.

A sinistra, il Partito socialista, che controllava metà dell’Assemblea uscente, è stata polverizzato: resta comunque, con i suoi alleati e 33 seggi, la principale forza della sinistra, davanti a La France Insoumise di Mélénchon con 27 deputati. “La sconfitta della sinistra è incontrovertibile, la disfatta del Partito socialista senza appello” ha detto il numero uno del Ps Jean-Christophe Cambadélis, annunciando le sue dimissioni.

Infine l’estrema destra: otto seggi, invece dei due del 2012. La numero uno del Front national Marine Le Pen entra per la prima volta nel parlamento francese, dopo il tentativo a vuoto del 2012. “Di fronte al blocco mastodontico del sistema, siamo la sola forza che resiste alo dissolvimento della Francia” ha commentato. Ma il numero limitato di deputati del Fn mette una pietra sopra le speranze nate con la ripresa dell’onda nazionalista in Europa e con il risultato storico (33,9%, 10,6 milioni di voti) del secondo turno delle presidenziali.

Come vuole la consuetudine, oggi o domani il premier Edouard Philippe si dimetterà e formerà un nuovo governo, senza dubbio caratterizzato da un minimo rimpasto rispetto all’attuale. Il nuovo capo del governo, che proviene dalla destra moderata, pronuncerà probabilmente il 4 luglio il suo discorso programmatico davanti al nuovo parlamento.

C’è anche un altro aspetto profondamente nuovo nel voto di ieri: sono andati a casa molti dei protagonisti più noti della politica francese, sostituiti dalle facce nuove che Macron ha voluto nel suo movimento. E c’è un altro record: 223 donne elette nell’Assemblea, nel 2012 erano solo 155.

I MEDIA FRANCESI “Macron fa camere separate” (Libération), “Dopo l’Eliseo, l’Assemblée” (Le Figaro), “La scommessa” (Les Echos): il nuovo presidente e la sua maggioranza assoluta fanno i titoloni della stampa francese stamani. Ma vari editorialisti sottolineano che l’astensione record significa che gli elettori non hanno dato carta bianca al presidente per le riforme “Questa maggioranza, lui ce l’ha, al di là di ogni speranza. Faciliterà senza dubbio il suo compito, ma accrescerà anche le aspettative” scrive Les Echos. Per il costituzionalista Didier Maus, “ci si è scagliati contro tutto ciò che rappresentava il sistema precedente e ora si prova qualcos’altro”. In questo quadro, il capo dello Stato, che per l’Economist “cammina sulle acque”, ha le mani libere per lanciare le sue riforme, con tre priorità annunciate: moralizzare la vita politica, riformare il diritto del lavoro, rafforzare i mezzi a disposizione per la lotta al terrorismo. Europeista convinto, che crede in “una Francia forte in un’ Europa forte”, Macron sarà a Bruxelles questa settimana per il consiglio europeo, mentre partono i negoziati sulla Brexit.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Francia, Macron 'padrone' del Parlamento: ha la maggioranza assoluta

Today è in caricamento