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Venerdì, 29 Marzo 2024
La storia / Stati Uniti d'America

Il marito della mamma accusata di aver ucciso i tre figlioletti: "Io l'ho perdonata, fatelo anche voi"

Le parole di Patrick Clancy dopo la tragedia avvenuta in Massachusetts: "La mia famiglia è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata. Tutto ciò che desidero è che mia moglie possa trovare pace"

"Voglio chiedere a tutti voi di perdonare Lindsay come ho fatto io". A scriverlo è Patrick Clancy, marito dell'infermiera di 32 anni accusata di aver ucciso i loro tre figlioletti nella loro abitazione di Duxbury, in Massachusetts (Stati Uniti), prima di tentare il suicidio lanciandosi da una finestra. Le vittime sono una bambina di cinque anni, Cora, un altro bimbo di tre, Dawson, e il loro fratellino di soli otto mesi, Callan. Quest'ultimo era stato trasportato d'urgenza al Boston Children's Hospital dove però, come riferiscono i giornali americani, è morto venerdì.

A commettere la strage sarebbe stata Lindsay Clancy che poi si è gettata da una finestra al secondo piano, ma si è salvata e si trova ora in ospedale sorvegliata dalla polizia. I tre bambini sarebbero stati strangolati. La donna lavorava come infermiera al Massachusetts General Hospital. Secondo i media statunitensi soffriva di depressione post partum, anche se - avrebbero riferito i parenti - non aveva mai manifestato segni d'instabilità che potessero far presagire un gesto così tragico.

Le dichiarazioni del papà: "Mi auguro che mia moglie possa trovare la pace"

Nei giorni scorsi su GoFundMe è stata lanciata una raccolta fondi per aiutare il marito della donna, Patrick, ad affrontare "una tragedia inimmaginabile" e pagare "le spese mediche, i servizi funebri e l'assistenza legale". Nel momento in cui scriviamo sono stati raccolti oltre 900mila dollari. Su GoFundMe l'organizzatore del fundraising Matthew Glaser ha pubblicato una toccante dichiarazione del papà dei tre bambini morti. "Lo shock e il dolore sono atroci e implacabili" si legge. "Cora, Dawson e Callan erano l'essenza della mia vita e mi sento completamente perso senza di loro". 

Nonostante il dolore per quanto accaduto, Patrick Clancy chiede all'opinione pubblica di perdonare la sua compagna. "La vera Lindsay - scrive - era amorevole e premurosa verso tutti: me, i nostri figli, la famiglia, gli amici e i suoi pazienti (...). Tutto quello che desidero per lei ora è che possa in qualche modo trovare la pace".

L'uomo racconta anche scampoli della loro vita familiare. "La mia famiglia è stata la cosa migliore che mi sia mai capitata. Ero così orgoglioso di essere il marito di Lindsay e il padre di Cora, Dawson e Callan. Ogni giorno con loro era un nuovo regalo. Callan di solito si svegliava per primo e appoggiava la testa sulla mia spalla", Dawson "cantava o esprimeva i suoi pensieri ad alta voce" mentre Cora, la più grande dei tre, viene ricordata dal papà "mentre entra in soggiorno ogni mattina con i capelli in disordine e il sorriso sul volto". Una bambina "straordinariamente bella", "premurosa" e dalla "risata contagiosa". Dawson "aveva occhi castani" e "audaci" ed era "sempre disposto a condividere i suoi giocattoli con gli altri". Un bambino "generoso" capace di restituire più amore di quanto ne ricevesse. Prima di addormentarsi, racconta Patrick, aveva sempre un pensiero per lui: "Goodnight dad, i love you". Callan, il più piccolo, si era già guadagnato il soprannome di "Happy Callan" per il suo carattere allegro e vivace.

"Mi ha aiutato a essere un padre migliore"

Una famiglia felice. Patrick Clancy parla anche del suo rapporto con Lindsay: "Ero orgoglioso di essere suo marito quanto lo ero di essere papà, mi sono sempre sentito fortunato ad averla nella mia vita". Il loro era stato un colpo di fulmine, racconta l'uomo, quel "tipo di amore a prima vista che si vede solo nei film. Non ci volle molto prima che fossi sicuro di volerla sposare. Ci siamo detti 'ti amo' più volte al giorno, come se fosse un riflesso. Di solito iniziavamo ogni mattina con un abbraccio appassionato, tirando un sospiro di sollievo come se ognuno di noi avesse ricevuto la medicina perfetta".

Nella lettera non c'è nessuna conferma che la donna soffrisse di depressione, ma il marito scrive che il loro è stato un "matrimonio meraviglioso" che si è progressivamente "rafforzato man mano che le sue condizioni peggioravano rapidamente". Per la compagna non ha parole di odio, ma solo di gratitudine e comprensione. Lindsay, scrive il marito, "amava essere un'infermiera, ma nulla corrispondeva al suo intenso amore per i nostri figli e alla dedizione per essere una madre. Era tutto ciò che desiderava. La sua passione mi ha insegnato a essere un padre migliore". 

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