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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Migranti, la "carovana dei 4mila" in marcia

Partiti giorni fa dall'Honduras in 160, ora sono quasi quattromila: puntano ad entrare in Messico. Il sogno sono gli Usa. Trump ha minacciato il ricorso alla forza militare

Il Messico invia centinaia di agenti di polizia al suo confine meridionale in vista dell'arrivo di migliaia di migranti - fra i 1.500 e i 4.000- provenienti da Guatemala, Honduras ed El Salvador, dopo che il presidente americano Donald Trump ha minacciato il ricorso alla forza militare per sigillare la frontiera fra Stati Uniti e Messico contro quello che ha definito un "assalto". La polizia messicana non avrà compiti di "repressione" ma solo di "contenimento", ha precisato il capo della polizia, Manelich Castilla in una intervista a Foro TV.

Da chi è composta la "carovana" di migranti

Quando erano partiti dall'Honduras erano solo in 160, ora sono almeno venti volte tanto. Stanno risalendo da giorni il Centroamerica, fino a 40 chilometri a piedi al giorno e stanno facendo infuriare Donald Trump. La carovana di migranti è partita venerdì scorso da una stazione degli autobus a San Pedro Sula, nel nord dell’Honduras, una delle città più violente del mondo. Hanno attraversato lunedì il confine con il Guatemala, e ora puntano verso il Messico. A piedi ma anche a bordo di camion, auto e furgoncini e tetti degli autobus. Tanti i neonati. Scappano dalla povertà e dalle violenze del narcotraffico, e l'attenzione dei miedia internazionali giorno dopo giorno è aumentata.

Trump: "Pronto a inviare militari"

"Sono pronto a inviare i militari per difendere il nostro confine meridionale se necessario", ha dichiarato Trump in un discorso ieri sera a Missoula, nel Montana. L'emergenza, ha aggiunto, "è stata provocata dall'assalto di migrazione illegale dovuto ai democratici per il loro rifiuto a riconoscere il problema o a cambiare le leggi che piacciono a loro". "Si immaginano che chiunque arrivi voterà democratico", ha aggiunto Trump, trasformando l'emergenza in discorso elettorale in vista del voto di midterm. L'"assalto al nostro paese" include "elementi criminali", ha detto inoltre. In un intervento al Parlamento, il ministro degli Interni messicano Alfonso Navarrete ha anticipato di voler spiegare "con tutta la chiarezza possibile" al governo americano "che respingiamo qualsiasi tentativo di pressioni per cambiare le nostri leggi perché non intendiamo farlo".

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Si cerca soluzione "umanitaria"

Il governo messicano ha anche precisato la sua intenzione di chiedere all'Unhcr aiuto per individuare una soluzione "di carattere umanitario" per i migranti in arrivo. Il Messico ha anche assicurato che non consentirà l'ingresso dei migranti nel suo paese senza i necessari documenti. Non tutte le persone in arrivo potranno presentare richiesta per lo status di rifugiato, ma il Paese centro americano cercherà di fornire al numero maggiore possibile di loro "protezione umanitaria e il rispetto dei loro diritti umani", ha precisato Navarrete. La "marcia dei 4.000" potrebbe però interrompersi molto presto. Se per passare la frontiera Honduras-Guatemala bastava un documento nazionale, il Messico richiede un passaporto. E quasi nessuno dei migranti in cammino ce l'ha.

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