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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Scandalo Facebook, le scuse di Zuckerberg al Senato: "Ho sbagliato"

"Mi dispiace" per gli abusi effettuati sugli account degli utenti di Facebook, ha detto Zuckerberg, affermando che "è stato chiaramente un errore" credere a Cambridge Analytica quando dissero che avevano smesso di utilizzare impropriamente i dati degli utenti

Così teso, in pubblico, non l'aveva mai visto nessuno. Mark Zuckerberg è entrato per la prima volta al Congresso, mentre fuori centinaia di persone protestavano contro Facebook, il colosso tech globale sotto accusa per non fare abbastanza per proteggere i dati dei suoi utenti e per fermare la diffusione delle fake news. La testimonianza, durata quasi quattro ore, ha visto l'a.d. del colosso dei social ripetere quello che aveva detto più volte nel corso di queste settimane, da quando è scoppiato lo scandalo Cambridge Analytica.

Zuckerberg: "Servono leggi"

"Abbiamo fatto errori e la colpa è mia", ha affermato Zuckerberg sostenendo di aver dato troppo spazio alla società di consulenza che ha usato i dati personali di 87 milioni di persone per fare pubblicità mirate e aiutare Donald Trump nella campagna per le elezioni presidenziali del 2016 negli Stati Uniti. "Mi dispiace" per gli abusi effettuati sugli account degli utenti di Facebook, ha detto Zuckerberg, affermando che "è stato chiaramente un errore" credere a Cambridge Analytica quando dissero che avevano smesso di utilizzare impropriamente i dati degli utenti, "non avremmo dovuto fidarci soltanto della loro parola".

Scandalo Facebook, Zuckerberg si scusa

Ma nel corso dell'audizione, in cui Zuckerberg ha dimostrato di essere molto teso, sono emersi due passaggi fondamentali. Da una parte l'ad ha ammesso che "è necessario fare delle leggi" per regolamentate il settore tecnologico.  Diversi senatori gli avevano ripetuto che il Congresso potrebbe andare proprio  in questa direzione. Dall'altra ha ammesso che la "responsabilità dei contenuti che si trovano sulla piattaforma è tutta di Facebook", anche se il social è un gruppo tech e non un media, ha aggiunto Zuckerberg.

"I profili social coinvolti sono 87 milioni, 214mila in Italia"

“Facebook è una compagnia ottimista e idealista - ha spiegato Zuckerberg -  Per gran parte della nostra esistenza, ci siamo concentrati sul bene che si può portare connettendo le persone (…). Ma ora è chiaro che non abbiamo fatto abbastanza per impedire che questi strumenti venissero usati anche per fare danni. Ciò vale per fake news, per le interferenze straniere nelle elezioni e i discorsi di incitamento all'odio, così come per la privacy. Non avevamo una visione abbastanza ampia della nostra responsabilità, e questo è stato un grosso errore. È stato un mio errore, e mi dispiace. Ho creato Facebook, lo gestisco e sono responsabile di ciò che vi accade”.

"Facebook non è un monopolio"

I politici lo hanno incalzato sulla competizione. Zuckerberg non ha saputo indicare il principale avversario del colosso, ma ha detto che a lui "non sembra che Facebook detenga un monopolio". Ma non è finita. Oggi, alle 10 di mattina da Washington, Zuckerberg tornerà al Congresso, questa volta davanti alla commissione Energia e a quella del Commercio della Camera. L'unica soddisfazione dell'ad è l'andamento del suo gruppo a Wall Street: ieri infatti il titolo ha guadagnato il 4,5%, un record che non toccava da due anni.

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