rotate-mobile
Giovedì, 18 Aprile 2024
Caso marò

India, la rabbia dei marò italiani: "Siamo innocenti"

I due fucilieri di marina detenuti in India dal 2012 alzano la voce: "La morte dei due pescatori è un dispiacere umano, ma siamo innocenti". Grazie all'Italia: "Quando vogliamo sappiamo essere uniti"

ROMA - Venivano arrestati due anni fa. Poi una serie interminabile di udienze, smentite, accuse e paure. Oggi, a quasi due anni dopo quel tragico 15 febbraio 2012, i marò parlano e si difendono. Gridano di non essere "responsabili" per la morte dei due pescatori indiani uccisi in acque internazionali durante un'operazione antipirateria e ringraziano l'Italia per il sostegno ricevuto, soprattutto nei momenti in cui il tragico spettro della pena di morte era quasi realtà. Ora, fortunatamente, dopo che la Corte ha deciso che pena capitale non sarà, i due fucilieri detenuti in India dal 2012 fanno sentire la loro voce. 

"Ci dispiace per la perdita di due vite umane, ma non ci sentiamo assolutamente responsabili" ha spiegato Salvatore Girone. "E' un dispiacere umano, ma siamo innocenti. Siamo cresciuti - ha detto facendo riferimento al collega Massimiliano Latorre - in due città di mare e noi stessi siamo anche pescatori". 

Nonostante la pena di morte sia esclusa, l'applicazione della Sua Act - la legge antiterrorismo indiana - resta ancora una realtà possibile e neanche troppo lontana. "È un'accusa che ci fa molto male non solo come militari, ma anche come genitori e uomini - si è sfogato - Come militare professionista italiano che combatte la pirateria questo mi rammarica molto".

E proprio come militari italiani, i due marò hanno sentito tutta la vicinanza del Paese. "Il sostegno degli italiani c'è stato fin dall'inizio, ma ora è incontenibile - ha sottolineato Latorre - Quando vogliamo sappiamo essere uniti". Quindi, un abbraccio ideale al presidente della Repubblica, Napolitano: "È una grande gioia avere il suo pensiero quotidiano e come militari ne siamo riconoscenti". 

Tutto questo mentre proprio Napolitano e il ministro della Difesa, Mauro, provano ad alzare la voce. Mercoledì, a Strasburgo, il capo dello Stato ha ricordato - non senza stizza - che i due marò "non erano in mare a pescare ma in missione internazionale di sicurezza". E a Roma il ministro della Difesa Mario Mauro, in una audizione in Parlamento, ha avvertito che "la partecipazione italiana a future missioni antipirateria è legata alla positiva soluzione della vicenda giudiziaria dei due marò, che dovrà concludersi con il loro rientro a casa, con onore". 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

India, la rabbia dei marò italiani: "Siamo innocenti"

Today è in caricamento