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Giovedì, 25 Aprile 2024
Nuova partnership / India

Il viaggio strategico di Meloni in India oscura il valore della democrazia

Nell'elogiare le relazioni bilaterali "estremamente solide", Meloni enfatizza lo scambio commerciale che ha raggiunto la cifra "record" di quasi 15 miliardi di euro. Ma la premier sembra dimenticare le contraddizioni e discriminazioni (anche violente) nel subcontinente indiano

Su un lungo tappeto rosso al Rashtrapati Bhawan, il palazzo presidenziale indiano, sfila Giorgia Meloni in quella che è la prima tappa della sua visita ufficiale a Nuova Delhi. Al suo fianco, Narendra Modi, il premier ultrainduista indiano che quest'anno sarà impegnato in una girandola di incontri con i leader internazionali durante la presidenza del G20. 

La premier italiana, ospite d’onore della conferenza geopolitica "Raisina Dialogue", nel faccia a faccia con il suo omologo indiano di oggi 2 marzo festeggia il settantacinquesimo anniversario delle relazioni bilaterali che legano Roma a Nuova Delhi, firmano accordi in ambito commerciale e di difesa.

"Tra India e Italia relazioni solide" 

Nell'elogiare le relazioni bilaterali "estremamente solide", Meloni enfatizza lo scambio commerciale che ha raggiunto la cifra "record" di quasi 15 miliardi di euro, raddoppiando il volume negli ultimi due anni. Solo lo scorso anno, l'interscambio è infatti cresciuto del 42 per cento, anche se Nuova Delhi vanta un surplus di 5,2 miliardi. "Ma siamo entrambi convinti che si possa fare di più", è l'auspicio della premier italiana presentato durante la conferenza stampa dopo l'incontro con Modi. "La nostra è una scelta strategica, quando parliamo di Mediterraneo allargato lo dobbiamo considerare allargato fino a qui", ha sottolineato Meloni in quello che è un riferimento all'attenzione che Roma vuole attribuire all'Indo-Pacifico per contenere l'ascesa della Cina. L'esecutivo italiano ha ben compreso che, una volta finita la guerra in Ucraina, gli occhi saranno puntati sull’Indo-Pacifico, le cui dinamiche influenzeranno in misura determinante quelle globali, con effetti anche per il nostro Paese. 

Sicurezza e difesa, il valore della missione di Giorgia Meloni in India

Sulla scia di quanto fatto lo scorso weekend dal cancelliere Olaf Scholz alla corte di Modi, anche l'Italia ha scelto di aderire all'Indo-Pacific Oceans Initiative, il programma di cooperazione securitario lanciato da India e Australia. L'imperativo, anche in questo caso, è frenare l'ascesa cinese nella regione, per garantire un Indo-Pacifico "aperto e libero" come promosso dagli Stati Uniti nell'ambito del partenariato strategico del Quad. "Per questa ragione - ha spiegato Meloni nel corso delle sue dichiarazioni alla stampa - abbiamo deciso di elevare i nostri rapporti a partenariato strategico". 

Da qui, l'intenzione della premier italiana di voler rafforzare la cooperazione bilaterale in ambito di difesa e sicurezza energetica. Con gli ingenti investimenti per più di 200 miliardi di euro nel settore della Difesa, Nuova Delhi si presenta a Roma come un interlocutore ideale per nuove collaborazioni nell'ambito della difesa e sicurezza. Si punta così a grandi commesse per marina e aviazione dell’esercito indiano. "Abbiamo deciso di dare un impulso alla partnership e vogliamo lavorare per rafforzare ulteriormente le nostre relazioni economiche", ha dichiarato Meloni, mostrando l'interesse anche in altri settori, come transizione digitale, tecnologie emergenti, cyber-sicurezza e spazio su cui Roma e Nuova Delhi vogliono avviare un dialogo per facilitare gli scambi e gli investimenti bilaterali.

Il confronto tra i due leader si è poi concentrato sulla guerra in Ucraina. "Modi conosce la posizione italiana di pieno sostegno all'Ucraina", ha detto Meloni, auspicando che l'India, in qualità di presidente del G20, possa avere un ruolo per "facilitare un percorso verso la cessazione delle ostilità e una pace giusta". Prendendo la parola, Modi ha ribadito che "la questione si può risolvere solo con dialogo e diplomazia: l'India è prontissima a contribuire a qualsiasi progetto per la pace". 

La "democrazia più popolosa del mondo"

Modi rimarca ancora una volta la posizione di ambigua neutralità sul conflitto lanciato dal presidente russo Vladimir Putin. Nuova Delhi, come Pechino, non ha mai condannato l'invasione dell'Ucraina. E come la Cina, l'India ha fornito sostegno economico al Cremlino aumentando le importazioni energetiche. Ciononostante Nuova Delhi viene inclusa nel campo degli attori "positivi", forte del suo potere come democrazia più popolosa al mondo. Aspetto elogiato da Meloni, che sembra dimenticare le contraddizioni e discriminazioni (anche violente) nel subcontinente indiano. "Narendra Modi e Giorgia Meloni - si legge nella comunicazione congiunta diffusa al termine dell'incontro tra i due leader a Nuova Delhi - "hanno sottolineato il loro fermo impegno a favore della democrazia, della libertà, dei diritti umani e dello Stato di diritto come valori chiave per la promozione della pace, della stabilità e dello sviluppo".

Ma l'India può davvero presentarsi come la promotrice della democrazia in Asia e nel mondo? Il premier ultrainduista si è impegnato negli ultimi anni per azzerare la presenza della minoranza musulmana, i cui diritti sono ormai al palo. E non solo. L'India sta salendo nella classifica delle nazioni che più imprimono un controllo e una repressione sulla libertà di stampa e di navigazione sul web. Nel 2022, Nuova Delhi ha ottenuto un nuovo primato, dopo che è crollata al 150esimo posto su 180 per la libertà di stampa.

Le proteste e la diffusione di un documentario della BBC - che fa luce sulle responsabilità di Modi nell’uccisione di centinaia di musulmani durante alcuni gravi scontri avvenuti nel 2002 nello stato del Gujarat, di cui al tempo era governatore - sono l'espediente per imporre restrizioni sulla rete internet per motivi di sicurezza e reprimere quindi il dissenso politico. Elementi che fanno aleggiare più di qualche ombra sullo stato della democrazia dell'India.

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