Messico, la guerra dei narcos fa 22 morti in un giorno
Agguato ai danni della polizia nello stato di Sinaloa: morti 7 agenti e 4 narcos. A Torreon scontro tra cartelli nemici: 11 morti, 7 dei quali fatti a pezzi e trovati in buste di plastica.
Messico. Si fa sempre più cruento il bilancio della "guerra dei narcos". Nella mattinata di lunedì sette agenti di polizia e quattro narcotrafficanti sono morti in un violento scontro a fuoco nello stato di Sinaloa, roccaforte dell'omonimo cartello guidato dal ricercato numero uno di tutto il centroamerica: Joaquin "El Chapo" Guzman.
LA SPARATORIA - Secondo quanto ricostruito dai media messicani, quello avvenuta ieri a Sinaloa è stato un vero e proprio agguato da parte dei narcos che avrebbero teso un'imboscata agli agenti di ritorno a Culiacan da Choix, piccola cittadina dell'entroterra dello stato, luogo disperso tra montagne e 'canyon'.
Ed è proprio questa zona, e questa cittadina in particolare, il luogo in cui la guerra tra narcos e polizia si è fatta più aspra. Guerra culminata con l'uccisione, la scorsa settimana, della moglie del capo della polizia locale.
L'attacco dei narcos alla polizia, ricorda oggi la Bbc, è giunto appena tre giorni dopo le dichiarazioni del governatore di Sinaloa, Mario Lopez Valdes, sulla determinazione delle forze dell'ordine di assumere il controllo della sicurezza a Choix.
Secondo gli analisti, a Choix sarebbe in corso un tentativo della banda di Beltran Leyva di sottrarre il controllo dell'area al potente cartello di Sinaloa.
Scontri tra narcos rivali, invece, nella città di Torreon: 11 morti, 7 dei quali fatti a pezzi e trovati nei soliti borsoni di plastica nera.
Nello Stato di Michoacan sono state trovate due fosse clandestine con dentro sei cadaveri con un colpo di pistola alla testa. Per alcuni sarebbero poliziotti. Le fosse sono state trovate dopo la confessione di alcuni narcos arrestati recentemente
