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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Linea dura contro i migranti, la Germania accelera i rimpatri (in vista delle elezioni)

Angela Merkel teme l'effetto migranti sulle elezioni e in vista di una sua ricandidatura come Cancelliere federale ha approvato il via libera al piano di rimpatrio rapido per i migranti la cui richiesta di asilo è stata respinta. Sì ai "centri di raccolta per deportare migranti"

BERLINO (Germania) - Accelerano i piani di rimpatri di richiedenti asilo, dopo un 2016 che ha già visto 80 mila migranti tornare nel Paese natale a fronte di 280 mila arrivi. Perè al cancelliere federale tedesco Angela Merkel non basta: dopo i fatti di Colonia e gli attentati di Berlino va in crisi la politica di porte aperte ai rifugiati di Angela Merkel, che in vista delle prossime elezioni deve contrastare la concorrenza a destra dei nazionalisti di Alternative Fur Deutschland.

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Le urne sono vicine e la sua Cdu deve riguadagnare la fiducia dell'elettorato conservatore. Per questo il capo del governo teutonico ha sottoscritto un accordo con i 16 Stati della federazione per avocare a sè parte delle competenze sulle deportazioni, che in larga parte spettano ai singoli Lander, a cominciare dalla valutazione delle richieste.

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Tra i punti dell'intesa la creazione di una cabina di regia a Berlino che includerà un rappresentante di ogni Stato e l'istituzione di centri di raccolta presso gli aeroporti che faciliteranno i rimpatri. Più semplice deportare gli immigrati che sono stati riconosciuti come una minaccia e verranno aumentati gli incentivi economici per i rimpatri volontari, che hanno dimostrato di funzionare bene: degli 80 mila richiedenti asilo che l'anno scorso sono tornati nel Paese di origine, ben 54 mila lo hanno fatto dopo aver incassato l'assegno da 1.200 euro previsto dal programma 'Starthilfe Plus'.

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Il piano porta la firma del ministro degli Interni, Thomas de Maiziere. "Il numero delle richieste respinte sta aumentando, quindi abbiamo bisogno di fare di più per i rimpatri e le deportazioni", ha spiegato de Maiziere in un'intervista alla Ard, sottolineando l'importanza di uno "sforzo congiunto".

Il lanciatissimo candidato socialista Martin Schulz ha giudicato troppo duro il pugno di Angela Merkel, criticando in particolare le deportazioni verso l'Afghanistan, che non potrebbe essere considerato un "Paese sicuro". 

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"E' l'approccio sbagliato" anche per il copresidente dei Verdi, Simone Peter, secondo la quale l'accentramento della gestione delle deportazioni renderà il processo meno snello".

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