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Giovedì, 18 Aprile 2024
Il dato / Regno Unito

Con la Brexit è record di migranti irregolari nel Regno Unito

Nel 2022 ci sono stati 45.756 sbarchi sulle coste inglesi, il governo ha stretto un patto con la Francia per aumentare i controlli nella Manica ma sta avendo scarsi risultati

Una delle promesse dei promotori della Brexit era che con il divorzio dall'Unione europea il Regno Unito avrebbe ridotto drasticamente l'immigrazione. I fatti dicono che almeno per il momento, a due anni dall'addio all'Europa, le cose però sono andate nel senso opposto. Il 2022 è stato l'anno in cui nella nazione ci sono stati più sbarchi irregolari della sua storia: un record di 45.756. Il numero di attraversamenti della Manica in piccole imbarcazioni è aumentato costantemente e drasticamente rispetto alle 299 persone rilevate nel 2018.

Il totale è salito a 1.843 nel 2019 e a 8.466 nel 2020, l'anno in cui la Brexit è diventata effettiva. Lo scorso agosto è stato il mese con il maggior numero di attraversamenti, 8.631. Il 22 agosto è arrivato il numero record di 1.295 persone su 27 imbarcazioni. Nonostante le promesse di fermare gli sbarchi, gli ultimi governi hanno faticato a trovare delle soluzioni efficaci. Il premier Rishi Sunak ha promesso di introdurre una legislazione nel 2023 per rendere "inequivocabilmente chiaro che chi entra illegalmente nel Regno Unito non deve potervi rimanere".

A novembre il suo governo ha firmato un ulteriore accordo con la Francia per aumentare la cooperazione in materia di richiedenti asilo e migranti, con gli agenti britannici che si uniranno a un programma di pattugliamento delle spiagge francesi. Ma il patto non conferisce loro il potere di pattugliare in Francia, dando loro solo il diritto di osservare, e non c'è alcun "accordo di ritorno". E questo è uno dei problemi causati dalla Brexit. Con il divorzio da Bruxelles per la Gran Bretagna non è più valido l'accordo di Dublino, che obbliga i Paesi di primo ingesso a farsi carico delle pratiche di asilo dei richiedenti protezione internazionale. E così adesso se un migrante riesce a raggiungere le coste britanniche dopo essere entrato in Europa attraverso Grecia, Italia, Spagna o Francia, questi Paesi non hanno più l'obbligo di riprenderselo come accadeva un tempo.

Per questo l'esecutivo dell'allora premier Boris Johnson lo scorso aprile ha sottoscritto un accordo 140 milioni di sterline con il Ruanda affinché il Paese accolga nei suoi campi i migranti in arrivo sulle coste inglesi. Finora l'intesa però è stata bloccata da una lunga battaglia legale, e nonostante il mese scorso abbia ricevuto il via libera dell'Alta Corte di Londra, finora non è ancora entrato in vigore.

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