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Venerdì, 19 Aprile 2024
Migranti

Il Consiglio d'Europa scrive a Minniti: "Che garanzie avete che i migranti non vengano torturati?"

La lettera inviata al titolare del Viminale da Nils Mui nieks, il commissario ai Diritti umani del Consiglio d’Europa: le difficoltà nel gestire l'emergenza "non assolvono uno Stato dai suoi obblighi". Sotto accusa l'accordo con la Libia

 Nils Mui nieks, il commissario ai Diritti umani del Consiglio d’Europa, ha pubblicato oggi a Strasburgo una lettera inviata il 28 settembre scorso al ministro dell’Interno Marco Minniti, nella quale chiede, tra l’altro, di chiarire "quali salvaguardie l’Italia abbia predisposto per garantire che le persone intercettate o salvate dalle navi italiane nelle acque territoriali libiche non siano poi sottoposte a situazioni contrarie all’articolo 3 della Convenzione europea dei Diritti umani", esponendoli a rischi di tortura, pene o trattamenti inumani e degradanti.

Secondo Mui nieks, l’obbligo per gli Stati membri della Convenzione europea di non rinviare i migranti irregolari salvati in mare in paesi in cui c’è un rischio di violazione dell’articolo 3 vale non solo quando il salvataggio avviene nelle acque internazionali, ma anche quando si verifica nelle acque territoriali libiche.

"Alla luce di rapporti recenti sull’attuale situazione dei migranti in Libia, consegnare degli individui alle autorità libiche o ad altri gruppi in Libia li esporrebbe a un rischio reale di tortura, pene o trattamenti inumani e degradanti".

Per questo, spiega il commissario ai Diritti umani, "chiedo al governo italiano di chiarire che tipo di operazione di sostegno si aspettano di fornire alle autorità libiche nelle acque territoriali libiche” e quali garanzie sul trattamento dei migranti.

La lettera esprime anche un "sincero apprezzamento per gli sforzi fatti dall’Italia per salvare vite in mare, per ricevere i migranti che sono sbarcati sulle sue coste negli ultimi anni". Il commissario accoglie con favore "l’adozione da parte del governo di un piano d’integrazione dei beneficiari di protezione internazionale", e si dice “ben consapevole delle sfide che l’Italia sta affrontando e che continueranno a sottolineare negli altri Stati europei l’importanza della solidarietà”.

Ma le difficoltà nell’affrontare i flussi crescenti di migranti via mare "non assolvono uno Stato dai suoi obblighi in base all’articolo 3 della Convenzione", che contiene "una proibizione di natura assoluta" dei trattamenti inumani, secondo quanto ha stabilito la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, sottolinea ancora Mui nieks, che conclude la lettera con una ulteriore richiesta di informazioni "circa le misure prese per assicurare che le operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo, incluse quelle condotte dalle organizzazioni non governative, possano continuare efficacemente e in sicurezza".

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