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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Migranti, le proposte dell'Unione europea: "Stop controlli alle frontiere interne"

Il commissario Ue agli Affari interni e immigrazione, Dimitris Avramopoulos: "Da novembre non ci sarà più nessun controllo sulle persone alle frontiere interne" dell'area di Schengen giustificato dai flussi di migranti irregolari sulla rotta del Mediterraneo orientale

"Dopo novembre non ci sarà più nessun controllo sulle persone alle frontiere interne" dell'area di Schengen giustificato dai flussi di migranti irregolari sulla rotta del Mediterraneo orientale, e "non sarà più possibile" prorogare i controlli temporanei che sono stati introdotti finora in cinque Stati membri, a titolo articolo 29 del Codice di Schengen.

Finita la fase acuta della crisi migratoria

Lo ha detto a Bruxelles il commissario Ue agli Affari interni e immigrazione, Dimitris Avramopoulos, durante la conferenza stampa in cui ha presentato le nuove decisioni prese dall'Esecutivo comunitario in questo campo: da una parte per ripristinare la normalità nell'area di libera circolazione europea, dopo la fine della fase acuta della crisi migratoria, e dall'altra per tenere più in conto le minacce di lungo termine (in particolare il terrorismo) alla sicurezza interna e all'ordine pubblico dei paesi membri, che possono giustificare, in questo caso su una base diversa (articolo 25 del Codice Schengen), il ritorno temporaneo dei controlli alle frontiere.

Possibili controlli temporanei

"L'introduzione di controlli temporanei alle frontiere interne a causa di minacce all'ordine pubblico e alla sicurezza interna - ha spiegato Avramopoulos - è già possibile oggi, in tutti i paesi membri, con le regole esistenti e come misura di ultima istanza: i paesi membri sono responsabili della valutazione delle misure ritenute più idonee a far fronte a minacce alla sicurezza interna o all'ordine pubblico" sul loro territorio.

"Evitare gli abusi"

Le nuove regole proposte (che dovranno essere approvate dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue) permetteranno agli Stati membri di prorogare fino a tre anni le misure straordinarie e temporanee prese per una stessa minaccia, che oggi invece possono durare fino a sei mesi, ed essere rinnovate solo se si presenta una nuova minaccia. "La Commissione ogni volta (ogni sei mesi, ndr) valuterà la necessità e proporzionalità dei controlli, sulla base di specifiche analisi caso per caso, per evitare che ci siano abusi", ha ricordato il commissario.

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