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Mercoledì, 24 Aprile 2024
L'indagine sulla morte del campione / Argentina

Morte Maradona: sette persone indagate. Rischiano fino a 25 anni di carcere

Tutta l'equipe medica che ha curato il “Pibe de oro” verrà interrogata il prossimo 31 maggio. Rischiano un'imputazione per omicidio volontario

C'è chi ha voluto la morte di Diego Armando Maradona? È questo l'obiettivo dell'inchiesta della magistratura argentina che coinvolge finora sette persone tra coloro che hanno avuto in cura il “pibe de oro” prima che morisse. Gli investigatori procedono addirittura per il reato di omicidio volontario, accusa per la quale in Argentina si arriva a 25 anni di carcere. A rendere nota la notizia è stato il quotidiano “La Nacion” che cita fonti in ambienti giudiziari. A finire sotto la lente d'ingrandimento dell'autorità giudiziaria sono gli infermieri Ricardo Omar Almirón e Dahiana Gisela Madrid, il coordinatore Mariano Perroni, il medico che ha stabilito il ricovero domiciliare, Nancy Forlini, lo psicologo Carlos µngel Díaz, la psichiatra Agustina Cosachov e il neurochirurgo Leopoldo Luque.

Verranno interrogati il 31 maggio 

Si tratta dell'intero staff che ha avuto in cura Maradona nel periodo di crisi che l'ha portato poi al decesso. I sette verranno interrogati il prossimo 31 maggio. Nel frattempo la procura ha chiesto che vengano ritirati i passaporti a tutti gli indagati. I rappresentanti dell'accusa ritengono fondato il pericolo di fuga e la possibilità che qualcuno di loro lasci il Paese. Una vicenda giudiziaria che prende le mosse da sospetti nati a pochi giorni dalla scomparsa dell'ex stella del Napoli e della nazionale argentina. In particolare i magistrati si stanno concentrando sugli ultimi giorni di vita dell'asso argentino. Non convincono le cure che gli sono state prestate negli ultimi suoi giorni di vita quando è stato dimesso dall'ospedale e affidato alle cure domiciliari.

Le accuse mosse  medici e infermieri 

Sempre “La Nacion” cita alcuni verbali che riferiscono di cure "inadeguate, carenti e spericolate". Il modus operandi di chi ha curato Maradona è stato in più punti stigmatizzato arrivando a sostenere che i medici e i sanitari che l'hanno avuto in cura abbiano affidato “al caso la salute del paziente”. Accuse di gravissime negligenze che potrebbero costare care a tutti i membri dell'equipe medica che si è occupata di Maradona. Tra tutte le accuse sulla posizione del neurochirurgo Leopoldo Luque grava anche quella di aver falsificato la firma del paziente.

Il medico l'avrebbe fatto per ottenere la cartella clinica di Diego dalla struttura nella quale era stato operato per un ematoma al cervello. Fondamentali per gli investigatori sarà adesso ascoltare la voce degli indagati nel corso degli interrogatori che si preannunciano decisivi per il prosieguo delle indagini. C'è da stabilire se i sanitari abbiano avuto un ruolo colposo nel decesso del campione argentino o se ci sia stata addirittura la volontà di non evitare il pregiudicarsi delle sue condizioni di salute. Un caso che sta sconvolgendo l'Argentina e gli appassionati di tutto il mondo.

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