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Sabato, 20 Aprile 2024
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La morte di Shinzo Abe influirà sul voto della Camera alta del parlamento

La tragica morte di Abe rafforza la posizione del partito di cui è stato leader per diversi anni. Il Partito Liberaldemocratico e il partito alleato di governo Komeito si muovono verso una vittoria certa

Prima di essere ferito a morte con due colpi d’arma da fuoco sparati da un attentatore, Shinzo Abe, il primo ministro giapponese più longevo della storia del Paese, stava parlando a un comizio elettorale a Nara, esortando gli elettori a sostenere il Partito Liberale Democratico alle elezioni per il parziale rinnovo della Camera alta della Dieta giapponese, il ramo alto del parlamento, il prossimo 10 luglio.

Spari durante un comizio: Shinzo Abe ucciso in un attentato

L’ex leader della nazione nipponica ha tenuto uno dei tanti discorsi per ravvivare una stagione elettorale non eccezionale. Dopo la sparatoria, il governo di Tokyo ha deciso di sospendere la campagna elettorale e di rafforzare la sicurezza degli esponenti dell’esecutivo. 

Il voto segnato dal lutto

La tragica morte di Abe rafforza la posizione del partito di cui è stato leader per diversi anni. Il Partito Liberaldemocratico del primo ministro del Giappone, Fumio Kishida, e il partito alleato di governo Komeito si muovono verso una vittoria certa. Nell’appuntamento elettorale a cadenza triennale, gli elettori eleggono metà dei membri dell’assemblea con un sistema misto, che tiene assieme un voto proporzionale e uno maggioritario.

Secondo un recente sondaggio dell’agenzia di stampa “Kyodo”, i due partiti si aggiudicheranno più della metà dei 124 seggi (su un totale di 248) interessati al voto: al Partito Liberaldemocratico potrebbero andare oltre 60 seggi, mentre il partito Komeito dovrebbe mantenerne 14. Con il tragico evento della morte di Abe, con ogni probabilità gli indecisi segneranno le loro preferenze per il Partito Liberaldemocratico al governo, garantendo alla coalizione conservatrice giapponese una maggioranza superiore a quella attuale, eguagliando un record stabilito sino ad ora solo due volte nella storia post-bellica del paese. 

Stando al sondaggio dell’agenzia di stampa giapponese, inoltre, le forze politiche favorevoli alla riforma della Costituzione controlleranno complessivamente i due terzi dei seggi della Camera alta, necessari ad approvare un emendamento della Carta. L’ex premier Abe è stato uno dei principali proponenti della riforma della costituzione pacifista, nonché un sostenitore dell’aumento delle spese militari. Abe era impegnato per affermare la revisione dell'articolo 9 della Costituzione, che vieta al Giappone di avere forze di attacco aeree, marittime e terrestri ma consente di fare affidamento su forze di autodifesa (Jieitai). Il dibattito sul tema è però ancora aperto. Il Partito Liberaldemocratico del primo ministro Fumio Kishida ha promesso - per ora- l’aumento della spesa per la difesa nei prossimi anni al 2 per cento.

Un paese piegato dall’inflazione

Alcune riforme di Abe potrebbero così finire nel cassetto. In base a un sondaggio condotto dall'istituto di ricerca Social Survey Research Center su 545 candidati, (l’80 per cento dei contendenti ai seggi) è favorevole ad una revisione drastica delle politiche economiche note come "Abenomics", lanciate dall'allora governo guidato dall'ex primo ministro Shinzo Abe. 

Una scelta considerata necessaria a causa dell’aumento dei prezzi e dell’allargamento della forbice economica tra classi sociali. Ma c’è anche la volontà politica di rivedere al ribasso l'attuale imposta sui consumi, e introdurre una nuova tassa per le fasce di reddito più alte della popolazione.

I leader dei partiti politici si sono impegnati anche in un acceso dibattito sul continuo aumento dei prezzi al consumo, ma molti hanno concordato sulla necessità di aumentare i salari minimi. Il tema economico è fortemente sentito dai giapponesi, che dovranno affrontare un aumento del 15 per cento del prezzo di circa 15mila prodotti alimentari entro la fine dell'anno. Una condizione che si riflette sulle tasche dei giapponesi, già preoccupati per l’inflazione che impone alle famiglie di spendere 60mila yen (circa 430 euro) in più rispetto alla media degli anni precedenti. 

Il tema viene cavalcato dei politici dell’opposizione. "La più grande criticità è l'alto costo della vita", ha affermato Kenta Izumi, capo del principale Partito Democratico Costituzionale del Giappone di opposizione, suggerendo al governo guidato da Fumio Kishida di di ridurre la tassa sui consumi dal 10 al 5 per cento. 

L’esecutivo ha messo in campo degli strumenti per sollevare le famiglie giapponesi dagli oneri economici derivanti dall'aumento dei prezzi di elettricità, carburante e cibo, istituendo una task force su prezzi, salari e mezzi di sussistenza a fine giugno. L'aumento dei livelli salariali minimi, che differiscono da prefettura a prefettura, è un tema comune tra le promesse dei partiti. 

Il capo del Nippon Ishin (Japan Innovation Party), Ichiro Matsui, all’opposizione, vuole rinvigorire il mercato del lavoro. "Creeremo opportunità di business in nuovi settori, introducendo riforme e aumentando i salari", ha detto. Anche l’attuale premier Kishida ha fatto dell’aumento dei salari la propria bandiera politica, proponendo un aumento di 1000 yen (circa 7 euro) all’ora.

Il tema del nucleare

Anche le questioni energetiche sono al centro del dibattito elettorale. Il Giappone ha appena superato un'ondata di caldo record, per cui il governo ha chiesto ai cittadini di risparmiare energia per prevenire i blackout. La volontà del premier Kishida è attuare un piano per garantire una fornitura di elettricità stabile, facendo ricorso al nucleare. "Promuoveremo la ripresa delle operazioni delle centrali nucleari con la sicurezza come prerequisito", ha affermato Kishida per non spaventare i tanti giapponesi che non riescono a risanare le ferite del disastro nucleare di Fukushima del 11 marzo 2011. 

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La morte dell’ex premier, in un paese dove c’è una ferrea politica per l’ottenimento di armi da fuoco, ha messo in allarme il governo di Tokyo sulla sicurezza nazionale. L’arcipelago nipponico è sempre stato considerato un paese sicuro. Ma la morte di Shinzo Abe segnerà un cambiamento radicale del Giappone. E i primi segnali si vedranno già alle urne.

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