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Venerdì, 19 Aprile 2024
la nuova stima / Cina

Cresce la stima dei morti per Covid in Cina, ma Xi tranquillizza: "Vediamo la luce"

C'è un nuovo studio che mette in allarme la comunità sanitaria cinese e internazionale. Durante le festività del Capodanno Lunare è previsto un picco di 36mila morti al giorno a causa del Covid

Dopo circa tre anni, l'improvvisa inversione a U del governo di Pechino sulla strategia Zero Covid ha esposto i cittadini cinesi a vivere con il virus per la prima volta dal 2020, portando a un sovraccarico di stress il sistema sanitario nazionale e i crematori. Una condizione che ha spinto la popolazione a fare incetta di farmaci di banco per combattere i sintomi della malattia derivante dal Covid. Ma a pochi giorni dal Capodanno Lunare (che prende il via dal prossimo 21 gennaio), quando si registra il più grande esodo di persone al mondo, il governo teme un aumento dei contagi nelle zone rurale, che nel periodo delle festività si preparano ad accogliere parenti e amici provenienti dalle grandi città. 

Il picco dei decessi: 36mila morti al giorno

I dati della mortalità legata al Covid sono stati resi noti la settimana scorsa, quando Pechino ha confermato circa 60mila decessi a causa del coronavirus. Nel dettaglio, delle 59.938 morti (dato che comprende il periodo che va dall’8 dicembre al 12 gennaio) 5.503 sono stati causate da insufficienze respiratorie dovute al Covid, mentre le restanti 54.435 vittime avevano da una o più malattie pregresse. Il virus ha colpito principalmente le persone anziane, che non sono completamente vaccinate: il 56,5% dei circa 60.000 deceduti era over 80 e il 90% aveva 65 anni o più, per un’età media di 80,3 anni. Le cifre fornite da Pechino appaiono comunque estremamente ottimistiche e il numero reale dei morti potrebbe essere molto più alto: i numeri delle vittime riguardano infatti i pazienti ospedalizzati e non contano chi è invece deceduto in casa.

La Cina difende la gestione della pandemia dalle critiche dell'Oms e Usa

C'è però un nuovo studio che mette in allarme la comunità sanitaria cinese e internazionale. Durante le festività del Capodanno Lunare è previsto un picco di 36mila morti al giorno a causa del Covid. È quanto indica uno studio della società di previsioni britannica Airfinity, che aumenta di 11mila decessi al giorno una precedente ricerca del 29 dicembre. Un balzo che, se confermato, dimostrerebbe come siano altissimi i ritmi del contagio in Cina. L'aggiornamento si basa sui dati delle province della Cina combinati con i tassi di mortalità osservati dopo la prima revoca delle restrizioni in altri paesi in cui era in vigore la politica Zero Covid. 

Una certa apprensione è trapelata anche dalle parole del presidente Xi Jinping che si è detto essere preoccupato per l'ondata di Covid-19 che sta investendo la Cina, anche nelle sue aree rurali, ma esortando a perseverare perché "la luce è davanti a noi". Parlando alla nazione in occasione dell'imminente capodanno lunare, Xi ha sottolineato che l'epidemia di coronavirus è stata "feroce", ma ha invitato a non gettare la spugna.

Trasmettendo un messaggio di ottimismo sul Covid, Xi sottolineato che "è necessario espandere ulteriormente le risorse mediche, aumentare l'offerta di servizi medici, aumentare l'allocazione di medicinali e rafforzare la protezione del personale medico per garantirne la salute", e ha ribadito l'importanza di "sopperire alle carenze della prevenzione e del controllo dell'epidemia nelle aree rurali" del Paese, fonte di preoccupazione per le risorse più limitate rispetto a quelle delle grandi città nella gestione di un alto numero di contagi.

Il lutto e la rabbia

Il periodo delle festività coincide anche con il momento per molti cinesi di dare un ultimo saluto a un parente o amico morti per Covid. Le dure restrizioni messe in campo dal governo cinese negli ultimi tre anni hanno posto una barriera fisica tra chi vive in città e chi nelle aree rurali. Il lutto diventa per molti uno dimostrazione di rabbia e sfiducia nei confronti di un governo che non ha protetto adeguatamente gli anziani.

E alla base c'è una scelta relativa all'immunizzazione. Il governo centrale, nell'utilizzare vaccini nazionali privi di tecnologia a mRNA, ha preferito immunizzare in prima istanza le persone in età lavorativa. La protezione degli anziani è ora diventata la priorità per il governo. Nonostante Pechino abbia deciso di premere l'acceleratore sull'immunizzazione degli anziani, c'è ancora molto lavoro da fare: oltre il 90% delle persone di età superiore ai 60 anni è completamente immunizzato, ma il dato cala drasticamente se si guarda alla fascia degli 80enni, di cui solo il 40% ha ricevuto una terza dose. 

Perché la Cina non ha vaccinato gli anziani?

Preoccupato dallo scoppio di nuovi focolai nelle are rurali e dall'assenza di un'immunità di gregge, il governo centrale ha disposto a livello provinciale la somministrazione dei vaccini persino nelle abitazioni degli anziani nelle campagne e nelle zone più remote. 

Il governo, dopo l'improvvisa marcia indietro sulla strategia Zero Covid, deve fare i conti con le conseguenze di una politica sanitaria volta alla prevenzione anziché il trattamento del virus. A distanza di tre anni, però, Pechino sembra voler mettere sul binario giusto le misure per combattere la malattia. 

Il ministero delle Finanze cinese vuole aumentare i fondi per le cure, l'indennità di lavoro per il personale medico e i vaccini. Così, il governo utilizzerà di titoli di Stato locali ed emetterà speciali titoli di Stato, sempre a livello provinciale, per la costruzione di struttura sanitarie qualificate. La decisione del dicastero si inquadra nella necessità di evitare il collasso del sistema sanitario nelle zone più remote. Ma soprattutto, rientra nel tentativo di evitare che una crisi sanitaria possa far scoppiare una bomba sociale.

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