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Martedì, 23 Aprile 2024
Alta tensione

Il Libano verso la guerra civile, spari sui manifestanti: sei morti e militari in strada

L'esercito libanese ha annunciato l'arresto di nove persone da entrambe le parti

Colpi di arma da fuoco durante una manifestazione nelle strade di Beirut, capitale del Libano, dove si conta la morte di almeno sei persone e trenta feriti. E’ questo il bilancio di una giornata di terrore nel Paese del Medio Oriente. Tutto è avvenuto durante una manifestazione indetta dai gruppi sciiti Hezbollah e Amal per protestare contro Tarek Bitar, il giudice che dovrà decidere le sorti del processo sulla devastante esplosione del 4 agosto 2020 al porto della capitale libanese, il cui video fece il giro del mondo. Secondo i manifestanti il giudice è parziale e vorrebbe politicizzare la sentenza. Fatto sta che durante il corteo, uomini armati e cecchini hanno cominciato a sparare sulla folla, provocando un bagno di sangue. 

L'esercito libanese ha annunciato l'arresto di nove persone da entrambe le parti, tra cui un siriano, in seguito agli scontri sanguinosi a Beirut che hanno provocato la morte di 6 persone e il ferimento di altre 30. Hezbollah e Amal sostengono che siano stati cecchini cristiani a sparare sui dimostranti e puntano il dito contro il partito Forze libanesi, cristiano, appunto. Non un fulmine a cielo aperto perché, da quando ha preso il via l’indagine, è stata una continua escalation, fino ad oggi appunto. I primi colpi di arma da fuoco sono stati esplosi nel pomeriggio nel quartiere di Tayyoune, non lontano dal Palazzo di giustizia.

"Il clima in città è molto teso e ci sono numerosi militari dispiegati in diverse zone. Già ieri sera si immaginava uno scenario del genere, tant'è che mi era stato detto di rimanere a casa e che sono state anche chiuse delle scuole" ha detto Oliviero Garcia, laico consacrato del movimento dei Focolari, che lavora per il vicario apostolico latino di Beirut, la capitale del Libano.

"Io sono andato comunque a lavoro anche se mi avevano avvertito di non andarci a causa delle possibili tensioni", riferisce Garcia, nativo del Paraguay, 42 anni di cui poco più dell'ultimo a Beirut e i sette precedenti in Giordania. "Mi sono recato poco fuori città ma poi sono dovuto tornare in tutta fretta, una volta che la televisione ha iniziato a mostrare le immagini degli scontri".

Intanto si ferma anche la stampa. "Siamo spiacenti di informare i nostri lettori che, a causa di circostanze al di fuori del nostro controllo, abbiamo temporaneamente sospeso l'aggiornamento del nostro sito web". Così il quotidiano libanese The Daily Star sulla propria home page, con un riferimento agli incidenti in corso a Beirut.
 

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