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Sabato, 20 Aprile 2024
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Aleppo piange il suo ultimo pediatra: "Morto per salvare vite in questo inferno"

Il medico siriano Mohammad Wassim Maaz ha salvato la vita a centinaia di bambini nei quartieri devastati di Aleppo prima di morire 48 ore fa nel bombardamento dell'ospedale di Medici senza Frontiere

Il medico siriano Mohammad Wassim Maaz ha salvato la vita a centinaia di bambini nei quartieri devastati di Aleppo prima di morire 48 ore fa in un raid aereo su un ospedale della città teatro di sanguinosi combattimenti nonostante la tregua. Con la sua barba curata e il suo senso dell'humour era testimone di orrori quotidiani nell'area della città in mano ai ribelli. "Il dottor Maaz era considerato il miglior pediatra, uno degli ultimi rimasti in questo inferno" ha detto all'Afp uno dei suoi colleghi. Nella notte tra mercoledì e ieri, un bombardamento sull'ospedale di Al-Quds nel quartiere di Sukari si è portato via il dottore, un dentista, tre infermiere e almeno 22 civili. Maaz era di Aleppo e si preparava ad attraversare il confine turco per andare a trovare la sua famiglia.

"Come molti altri, il dottor Maaz è stato ucciso perchè salvava vite" ha scritto il dottor Hatem, un collega. Hatem coordina l'Ospedale infantile di Aleppo, dove il dottor Maaz lavorava durante il giorno prima di seguire le emergenze all'ospedale di Al-Quds durante la notte. "Io e il dottor Maaz eravamo soliti passare insieme sei ore al giorno. Era amichevole, gentile e scherzava molto con tutto lo staff. Era il dottore più buono di tutto l'ospedale" ha scritto Hatem in una lettera pubblicata dall'ong The Syria Campaign. Più di 270mila persone sono state uccise nel brutale conflitto siriano, che ha raso al suolo ospedali e massacrato medici in tutto il Paese. "Il dottor Maaz è rimasto ad Aleppo, la città più pericolosa del mondo, perchè devoto ai suoi pazienti" ha scritto Hatem.

L'attacco all'ospedale ha avuto la condanna di tutto il mondo, oggi anche dell'Unicef e dell'Oms. Il numero uno dell'Oms Margaret Chan e quello dell'Unicef Anthony Lake hanno lodato i sanitari siriani per i loro sforzi straordinari, dicendo che "meritano più della nostra ammirazione. Meritano maggiore protezione". Gli attacchi agli ospedali "privano famiglie e comunità di cure essenziale nel momento in cui sono più necessarie".

L'ospedale di Al-Quds è sostenuto sia da Medici senza Frontiere sia dalla Croce rossa internazionale. La portavoce di MSF Mirella Hodeib ha detto che Maaz era "un pediatra molto dedito e ha scelto di rischiare la vita per aiutare la gente di Aleppo". "La sua morte è una perdita tremenda" ha aggiunto. Da Kilis, in Turchia, il capo della missione Msf in Siria Miskilda Zancada ha detto che "di otto dottori, ne sono rimasti sei" nella struttura. Il 95% dei medici dei quartieri di Aleppo in mano all'opposizione è stato ucciso o se n'è andato e ora 70-80 medici devono prendersi cura di 250.000 persone. "Chi è rimasto ad Aleppo è più vulnerabile" ha detto Zancada.

Ospedale di MSF colpito da un raid aereo in Siria |Infophoto

Un gruppo di sette medici che ancora lavora nella città ha scritto una lettera commemorando il collega caduto e chiedendo la fine della violenze. "Ricorderemo sempre il dottor Maaz come l'anima più gentile e coraggiosa, la cui devozione nel curare le vittime più giovani di questa guerra non aveva eguali". I medici hanno commemorato anche il dottor Mohammed Ahmad, il dentista ucciso nel raid su Al-Quds. "Un altro caro amico, il dottor Mohammed Ahmad, uno degli ultimi dieci dentisti rimasti ad Aleppo est, è stato ucciso". Secondo gli autori della lettera in cinque anni di guerra civile sono stati uccisi almeno 730 medici in Siria. "i nostri ospedali sono al collasso. Se questo non è un segno che la tregua è fallita ci chiediamo che cosa sia". "Presto non ci sarà più nessun medico ad Aleppo e a chi si rivolgeranno i civili per le cure?".

I combattimenti alla periferia nord di Aleppo minacciano di tagliare l'ultima via rimasta per i quartieri orientali in mano ai ribelli. La lettera dei medici avverte che le violenze già ostacolano l'accesso dei pazienti alle forniture mediche di base. Con oltre 200 civili uccisi nella ripresa delle violenze nell'ultima settimana, i dottori di Aleppo piangono non solo i loro colleghi, ma anche la loro città. "Nell'ultima settimana le nostre peggiori paure si sono realizzate nelle circostanze più terribili. La città sanguina".

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