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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso / Ucraina

Il mistero degli 11 combattenti italiani uccisi in Ucraina

Mosca ha segnalato la presunta morte di foreign fighter schierati con Kiev. Ma dalla Farnesina ancora nessuna conferma

All'inizio della guerra, Kiev aveva sventolato le richieste arrivate da combattenti di diversi Paesi a unirsi al suo esercito come un segno della solidarietà internazionale alla resistenza alla Russia. Ma col passare dei giorni, il reclutamento della legione straniera pro-Ucraina è stato sempre più messo in secondo piano, se non interrotto. Una delle ragioni la si è compresa quando a metà aprile il Cremlino ha fatto sapere di avere catturato due foreign fighter britannici: i cui destini sono adesso al centro di negoziati diplomatici che il governo di Boris Johnson, tra i più duri contro Mosca, avrebbe preferito evitare. Una situazione che potrebbe riguardare adesso anche l'Italia: stando a quanto reso noto dal Corriere della Sera, la Russia avrebbe informato il nostro governo della morte di 11 combattenti italiani in Ucraina, tutti schierati con Kiev. Aggiungendo che farebbero parte di una unità di 60 mercenari. Una nota che sa di minaccia.

Per ora, la Farnesina non ha confermato l'informazione. Stando al Corriere, sarebbe stato il ministero della Difesa russo a comunicare a Palazzo Chigi, attraverso canali diplomatici, i numeri di vittime e fighter italiani ancora sul campo. In tutto, l'unità di combattenti partiti dal Belpaese per unirsi alla resistenza ucraina sarebbero 60, di cui 11 uccisi nei combattimenti e 10 tornati in Patria. Resterebbero 39 ancora impegnati sul fronte. E su questi, come sui corpi delle presunte vittime, Mosca potrebbe cercare di fare pressioni su Mario Draghi, tanto più in vista della probabile visita del premier a Kiev.

"Si può supporre che le perdite irrecuperabili aumenteranno", si legge nella nota ufficiale della Difesa russa. Che per essere ancora più chiara definisce i combattenti stranieri pro-Ucraina dei "mercenari". Al fianco di Kiev sul campo di battaglia ce ne sarebbero "diverse migliaia" di diversi Paesi del mondo, continua la nota, e a tutti questi, in caso di cattura, Mosca ricorda che "non si applicano le norme del diritto umanitario internazionale". L'avvertimento è palese, e potrebbe far parte di una strategia del Cremlino, non solo nei confronti dell'Italia. 

Fonti della Farnesina sentite dal Corriere parlano di una "escalation diplomatica di Mosca", che usa toni "sempre meno amichevoli" verso Roma. E non solo. Perché "note simili a quella inviata all'Italia" sono giunte ad altri Paesi europei che offrono assistenza all'Ucraina: l'obiettivo di Putin è "dividere il fronte occidentale in questa fase decisiva" del conflitto. Nei confronti di Roma, in particolare, pesa quello che Putin vede come un tradimento, ossia il progressivo spostamento del governo Draghi verso una linea più dura nei confronti della Russia, sia attraverso la promessa di un maggiore sostegno militare nel quadro Nato a Kiev, sia con il supporto a Bruxelles all'avvio di sanzioni Ue più dure nei confronti dell'economia russa. Secondo la Farnesina, Mosca starebbe accumulando "pretesti" per giustificare "azioni ritorsive" contro il nostro Paese. 

Resta in tutto questo il mistero sui combattenti italiani. Nell'articolo del Corriere della Sera si specifica che non si conoscono le identità dei deceduti, né le località dove avrebbero perso la vita in battaglia. Le informazioni non hanno trovato finora nessuna conferma ufficiale da parte delle autorità italiane. Fino a questo momento, l'unico connazionale deceduto in Ucraina di cui si è avuto notizia è stato Edy Ongaro, un 46enne veneziano rimasto ucciso alla fine di marzo da una bomba a mano mentre combatteva con le milizie separatiste filo-russe del Donbass.

L'Italia ha cercato da subito di bloccare le partenze di italiani verso le zone di conflitto. Di recente, un'operazione in Veneto ha portato al sequestro di armi che tre potenziali foreign fighter volevano portare con loro in Ucraina, due per combattere con Kiev, uno per schierarsi con i russi. La Farnesina ha ricordato in più di un'occasione che fare il combattente per un esercito straniero è considerato un reato. E forse non a caso, nella piattaforma creata da Kiev per reclutare "volontari" all'estero, il nostro Paese è assente. 

Eppure, che degli italiani siano arrivati in Ucraina è quasi certo. Il caso di Edy Ongaro lo dimostra, e secondo alcuni report, sarebbero equamente divisi tra i due fronti. Del resto, la Russia avrebbe una legione straniera di oltre 20mila combattenti che starebbe usando nel Donbass. Più o meno lo stesso numero su cui Kiev dice di contare con i suoi "volontari".

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