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Martedì, 23 Aprile 2024
Il dibattito / Spagna

Multe fino a 60mila euro per chi non si vaccina “senza un motivo valido”: il caso in Galizia

Approvata una nuova legge nella regione autonoma spagnola, ma le opposizioni la contestano: rischierebbe di “incoraggiare il negazionismo più ingenuo e ignorante”

Sta facendo discutere la nuova legge sulla sanità pubblica appena approvata in Galizia, con i voti della maggioranza del Partito Popolare. La regione autonoma spagnola si è dotata di un nuovo quadro normativo considerato più "adatto" per gestire l’attuale crisi sanitaria legata a Covid-19 ed eventuali pandemie in futuro, che stabilisce, tra le altre cose, un regime sanzionatorio per chi non rispetta le misure sanitarie, compresa la vaccinazione.

La nuova legge, spiega il quotidiano El Mundo, “non implica l’obbligo di vaccinazione, ma fornisce al governo galiziano i meccanismi necessari per stabilire tale obbligo nel caso in cui la situazione epidemiologica lo richieda". Qualora la vaccinazione fosse ritenuta necessaria dalle autorità, un “rifiuto ingiustificato” potrebbe portare a una sanzione tra i mille e i 3mila euro, essendo considerato un “reato minore”, ma “quando sussiste un rischio molto grave o un danno alla salute della popolazione” la multa può aumentare fino a 60mila euro.

La riforma autorizza le autorità sanitarie ad adottare misure preventive obbligatorie "quando esiste o si sospetta ragionevolmente l'esistenza di un rischio imminente e grave per la salute della popolazione", come ad esempio limitazioni all'orario di apertura o chiusura dei negozi, obbligo di utilizzo della mascherina o il divieto di consumare di bevande alcoliche sulle strade pubbliche. Introduce anche misure di controllo per punire tra le altre cose ripetute violazioni del mancato rispetto dell’isolamento fiduciario o dell’obbligo di quarantena. Le nuove misure saranno adottate “in modo motivato, dopo aver valutato i principi scientifici" e qualora "si osservi l'esistenza, fondata, grave e ragionevole, di un rischio attuale o imminente per la salute della popolazione". 

Multe per chi non si vaccina in Galizia: il dibattito 

La riforma è stata durante contestata dai partiti dell’opposizione. Secondo i nazionalisti galiziani del BNG la legge “non rafforza il sistema sanitario e si concentra sulla salute pubblica come un problema di ordine pubblico”. Critici anche i socialisti del PSOE galiziano: per il deputato Julio Torrado, che ha definito la riforma una “sciocchezza”, imporre la vaccinazione obbligatoria sarebbe “come risolvere il problema del traffico vietando le auto”, con il risultato inoltre di “incoraggiare il negazionismo più ingenuo e ignorante” (gruppi di negazionisti e antivaccinisti si sono radunati fuori dal Parlamento galiziano durante i lavori sulla legge per protestare). Per Torrado sarebbe molto più utile “lavorare sulla sensibilizzazione e sull'avanzamento dei vaccini”; il deputato ha poi sottolineato come l’attuale legislazione già consenta ai tribunali di intervenire sulla vaccinazione in situazioni eccezionali e in Galizia la popolazione avrebbe già risposto bene alla campagna vaccinale e non si sarebbe verificato alcun “problema” tale da giustificare un obbligo per legge. 

La deputata del Partito Popolare Encarnación Amigo ha ribadito che "questo presunto obbligo di vaccini" in realtà non sarebbe tale, poiché nel testo delle legge è chiarito che è legato a “circostanze molto specifiche”, sollecitando le opposizioni a “non schierarsi con i negazionisti”. Secondo Amico la riforma cerca di "colmare le lacune e le carenze dell'attuale legislazione per combattere meglio la pandemia" di fronte all '"inazione" del governo centrale di Pedro Sánchez. 

In Spagna, ricorda Publico, sono in vigore al momento già due leggi che prevedono in casi particolari l’obbligatorietà del vaccino. Una risale al 1980 e stabilisce che i vaccini contro vaiolo, difterite e altre infezioni possano essere dichiarati obbligatori “quando a causa dell'esistenza di casi ripetitivi di queste malattie o dello stato epidemico attuale o prevedibile lo si ritenga opportuno”. L’altra, in vigore dal 1986, prevede che “le autorità sanitarie competenti possono adottare misure di riconoscimento, cura, ricovero o controllo quando si osservano indicazioni razionali che facciano supporre l'esistenza di un pericolo per la salute della popolazione a causa della specifica situazione sanitaria di una persona o gruppo di persone o dalle condizioni sanitarie in cui si svolge un'attività”. 

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