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Giovedì, 18 Aprile 2024
Il caso

Elon Musk insulta un dipendente disabile e lo licenzia. Ma poi è costretto a fare marcia indietro

Figuraccia del patron di Twitter, che ha riassunto il consulente dopo aver scoperto che avrebbe dovuto versargli diversi milioni di dollari

Lo aveva attaccato su Twitter prendendolo in giro per la sua presunta disabilità, e il giorno dopo lo aveva licenziato. Ma quando ha scoperto che il licenziamento avrebbe comportato una perdita di milioni di euro per il suo social media, già alle prese con un pesante buco di bilancio, il magnate Elon Musk è stato costretto a fare marcia indietro. Una figuraccia per il patron di Tesla, la cui lite, rigorosamente a colpi di tweet, con il consulente Haraldur Thorleifsson ha fatto il giro del mondo. 

Tutto è iniziato il 6 marzo, quando Thorleifsson ha usato Twitter per rivolgersi al suo capo: "Caro Elon Musk, nove giorni fa, l'accesso al mio computer di lavoro è stato interrotto, insieme ad altri 200 dipendenti. Tuttavia, il responsabile delle risorse umane non è stato in grado di confermare se fossi un dipendente o meno", ha scritto. Condiviso da diverse migliaia di utenti, il suo tweet è arrivato all'attenzione del magnate statunitense, che gli ha chiesto, in risposta, che lavoro stesse facendo. Thorleifsson ha quindi replicato a stretto giro dettagliando i suoi doveri di "senior director of product design". A quel punto i toni di Musk sono diventati derisori: "La verità è che questo ragazzo (che gode di una fortuna indipendente) non lavora, rivendicando una disabilità che gli impedirebbe di digitare. Eppure twitta a tutti i costi. Non posso dire di avere molto rispetto per questo", ha scritto facendo riferimento alla distrofia muscolare di cui soffre Thorleifsson. 

L'8 marzo, il giorno dopo l'insulto via tweet, Thorleifsson ha ricevuto una mail dalle risorse umane, che ne confermava il licenziamento. Uno dei tanti che Musk sta portando avanti nella sua strategia di rilancio del social media. Peccato che Thorleifsson non è un dipendente come gli altri: a quanto si è appreso, il senior director è anche il proprietario di una start up acquisita da Twitter. E secondo la stampa statunitense, l'operazione prevederebbe un pagamento di diversi milioni di dollari ancora in fase di attuazione. Dopo aver ricordato sul social che la sua disabilità c'entrava poco con il suo lavoro ("Non sono in grado di fare lavori manuali", ha scritto, ma "questo non era un problema per Twitter dato che ero un senior director e il mio compito era principalmente quello di aiutare le squadre ad andare avanti, dare loro consigli strategici e tattici"), Thorleifsson ha chiesto a Musk se intendesse pagargli quanto gli era dovuto. 

Consultati i suoi avvocati, Musk è stato costretto a fare marcia indietro: "Ho appena fatto una videoconferenza per verificare con Halli (il nome abbreviato di Thorleifsson, ndr) cosa fosse reale rispetto a quanto mi è stato detto", ha scritto Musk, sempre su Twitter. “Meglio parlare con la gente che comunicare via tweet”, ha persino ammesso il miliardario, criticando di fatto se stesso. Alla fine si è scusato per il suo "fraintendimento della situazione" e ha affermato che Halli stava pensando di restare con la compagnia.

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