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Giovedì, 28 Marzo 2024

Il grande Elon Musk, non sapevo fosse anche statista

La sorpresa del giorno, lunedì, è il piano di pace per l'Ucraina proposto via Twitter da Elon Musk, che in pratica cancella le ragioni di Kyiv nel momento in cui la Russia è più debole che mai. I quattro punti su cui si articola: rifare il referendum nelle "regioni annesse" sotto la supervisione dell'Onu, lasciare la Crimea alla Russia ("come è stata dal 1783 fino all'errore di Khrushchev"), assicurare la fornitura d'acqua alla Crimea e garantire la neutralità dell'Ucraina. A parte il primo punto, il tweet di Elon Musk "statista" sembra scritto da Putin, linguaggio incluso ("l'errore" di aver dato la Crimea all'Ucraina).

Il sondaggio proposto da Musk, a sei ore dal termine, vede il 60% nettamente contrario. Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky ha risposto con ironia, proponendo un contro sondaggio: preferite Musk quando supporta l'Ucraina o quando supporta la Russia? Di Musk, infatti, tutti ricordano che, nelle prime settimane dell'invasione, assicurò la connessione internet all'Ucraina tramite la fornitura di Starlink. Ma non tutti sanno che venne pagato per questo. In un momento in cui tutti solidarizzavano con l'Ucraina, si fece una bella pubblicità, ma per lui era business.

Le assurde proposte di Musk

Andando nel merito delle proposte di Musk, la prima è sbalorditiva. Innanzitutto non si tiene conto del diritto internazionale, che assegna tutte e quattro le regioni "annesse" all'Ucraina, in modo indiscutibile. In secondo luogo non si tiene conto che la Russia non controlla nemmeno la totalità di queste regioni ed anzi, anche dopo "l'annessione", sta perdendo terreno, ora anche a Kherson dove la controffensiva ucraina ha ripreso slancio. E, in terzo luogo, se anche fosse ammissibile un vero referendum, come potremmo far votare i milioni di persone scappati da quelle regioni da quando è scoppiata la guerra su larga scala?

Sulla Crimea, Musk riproduce fedelmente l'argomentazione putiniana secondo cui Khrushcev, quando nel 1954, trasferì la penisola dalla Russia all'Ucraina, nell'ambito dell'Unione sovietica, commise un errore. In realtà Khrushcev ebbe delle ragioni per farlo. La Crimea era legata all'Ucraina dal punto di vista delle infrastrutture e dell'economia, per cui darla all'Ucraina sembrava la scelta più naturale. Per di più, il nuovo capo dell'Urss voleva 'riparare' l'Holodomor, la grande carestia politicamente guidata (da Stalin) che aveva affamato l'Ucraina. Ma va anche detto che la Crimea non fu l'unico passaggio di territorio tra repubbliche sovietiche. La regione del fiume Kuban' e la terra tra Rostov e l'Ucraina, per esempio, appartenevano culturalmente e linguisticamente all'Ucraina stessa, ma vennero cedute alla repubblica sovietica russa. Infine, sulla Crimea, va sempre ricordato che, prima dell'atto di Khrushcev, la popolazione autoctona (i tatari) era stata perseguitata e deportata altrove da Stalin. La predominanza di russi nel 1954 era dovuta soltanto a questa sostituzione etnica.

Caro Musk, Putin la guerra l'ha già persa

In serata, Musk ha aggiunto che la mobilitazione di guerra in corso in Russia aumenterà ancora "se la Crimea è a rischio", e la Russia ha "più di tre volte la popolazione dell'Ucraina, quindi la vittoria dell'Ucraina è improbabile in una guerra totale". Inoltre, secondo Mr Tesla, non bisogna sottovalutare il rischio, "anche se improbabile", della guerra nucleare. Mi sembra superfluo sottolineare che i numeri non sono l'unica cosa che conta in una guerra. Anzi, questi sette mesi hanno dimostrato che mettere in campo 150-200mila persone poco addestrate, male equipaggiate, peggio rifornite (come ha fatto la Russia) finisce col provocare una strage dei propri soldati e non fa vincere la guerra.

Ma la strage di ucraini (più di 100mila morti di sicuro), la violazione del diritto internazionale, il terrore nei territori occupati, dovrebbero continuare a pesare. E a far pensare che Putin va fermato, non accontentato nelle sue pretese dettate dall'ossessione per Kyiv e l'Ucraina, dall'imperialismo, dalla violenza e dal ricatto come strumenti normali di confronto. Putin ha già perso la guerra, manca solo la data in cui se ne renderà conto e prenderà le decisioni conseguenti. Lasciargli ora un pezzo d'Ucraina significa fargli ottenere il minimo di quello che avrebbe voluto, quindi accontentarlo. Significa dargli inattesa forza nel momento in cui è debolissimo. Significa fargli credere che, tartassando un popolo, potrà ottenere quasi ciò che desidera.

Not in our name, Mr Musk.

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