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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'attesa è finita / Taiwan

Pelosi a Taiwan, si alza la tensione Usa Cina: in volo i caccia di Pechino

Il jet dell'aeronautica su cui viaggia la democratica durante il suo tour in Asia è atterrato all'aeroporto di Songshan di Taipei alle 22.42 ore locali

L’attesa è finita. La speaker della Camera Nancy Pelosi è arrivata a Taiwan la sera del 2 agosto, nonostante le minacce cinesi. Il jet dell'aeronautica su cui viaggia la democratica durante il suo tour in Asia è atterrato all'aeroporto di Songshan di Taipei alle 22.42 ore locali. Quando Nancy Pelosi è entrata nello spazio aereo di Taiwan, la televisione di Stato cinese ha annunciato che aerei da guerra dell’Esercito di liberazione popolare cinese hanno attraversato lo Stretto di Taiwan.

Al suo arrivo, la speaker della Camera è stata accolta da un messaggio sull'edificio più alto di Taiwan e il punto più iconico della capitale, il Taipei 101, che si è illuminato per dare il benvenuto a Pelosi con un scritta: "Speaker Pelosi, benvenuta a Taiwan. Grazie. Taiwan ama gli Usa", si legge in inglese sull'edificio che è affianco all’hotel in cui alloggia Pelosi. 

Ma le voci di protesta non sono mancate. Gli esponenti del partito di opposizione, in particolare quello del New Party che promuovono l’unificazione con la Cina, hanno protestato davanti al Grand Hyatt Hotel - dove alloggia per una notte Pelosi - contro gli Stati Uniti per - le probabili - tensioni nello stretto di Taiwan. I video e le foto, circolate sui social network, sono stati rilanciati dai media cinesi nel tentativo di promuovere la retorica di Pechino. La Cina ha chiuso infatti lo spazio aereo sopra lo stretto di Taiwan ai voli civili.

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L’arrivo della speaker Pelosi a Taiwan ha alimentato le tensioni tra Cina e Usa, ma anche fatto crollare il sito web ufficiale della presidente Tsai Ing-wen e del ministero degli Esteri, che hanno riscontrato malfunzionamenti lungo tutta la giornata perché ci sono stati diversi attacchi hacker dall'estero. 

Appena arrivata, lo staff della speaker della Camera Pelosi ha rilasciato un comunicato sul significato della sua visita a Taiwan. "La visita della nostra delegazione a Taiwan onora l'incrollabile impegno dell'America nel sostenere la vivace democrazia taiwanese. Il dialogo con la leadership di Taiwan riaffermano il nostro sostegno al nostro partner e promuovono i nostri interessi condivisi, incluso il progresso di una regione indo-pacifica libera e aperta". Pelosi quindi ribadisce la politica degli Usa sulle relazioni con la Cina, ma pone enfasi sulla necessità di compiere una scelta tra democrazie e autocrazie. "La solidarietà con i 23 milioni di abitanti di Taiwan è più importante oggi che mai mentre il mondo deve fronteggiare la scelta tra autocrazia e democrazia", conclude la leader democratica nella sua nota.

Immediata la replica di Pechino alla visita della speaker, considerata "una grave violazione della sovranità e dell'integrità territoriale della Cina". Pechino, pochi minuti dopo l'arrivo di Pelosi sull'isola, ha reso noto che terrà “importanti esercitazioni militari e organizzerà esercitazioni aeree” dal 4 al 7 agosto in sei aree marittime (di cui tre sul lato orientale dell'isola) che circondano Taiwan, in risposta alla visita a Taipei della presidente della Camera americana Nancy Pelosi. Inoltre, l'Eastern Theatre Command dell'Esercito popolare di liberazione ha dichiarato che condurrà operazioni militari congiunte ed esercitazioni vicino a Taiwan da questa sera 2 agosto, lanciando missili convenzionali nel mare a est dell'isola e proiettili veri a lunga gittata nello Stretto. Le operazioni dureranno quattro giorni, a partire da stanotte, fin dopo la partenza della speaker Pelosi dall'isola.FZKrx6RXkAEmiMT-2

Il precedente

Pelosi diventa così il politico americano di grado più alto a visitare Taiwan da quando l'allora presidente della Camera Newt Gingrich lo fece nel 1997, ma 25 anni fa la Cina non era politicamente e militarmente forte come lo è ora. Il repubblicano, che allora era alla guida del Congresso mentre alla Casa Bianca siedeva il democratico Bill Clinton, aveva fatto una tappa a Taiwan dopo una visita di tre giorni in Cina.

I leader cinesi inizialmente si erano opposti alla presenza di Gingrich sull’isola, ma hanno poi fatto un passo indietro dopo che il repubblicano aveva minacciato di saltare il viaggio a Pechino, ha raccontato lo stesso Gingrich in una recente intervista a Voice of America. C’era però un compromesso imposto da Pechino: Gingrich non avrebbe dovuto volare direttamente a Taiwan dalla Cina continentale. Stando a quanto raccontato dall'ex presidente della Camera, dopo Pechino e Shanghai, Gingrich è volato a Tokyo e poi a Taipei.

Il programma attuale della Pelosi è molto più provocatorio di quello osservato 25 anni fa da Gingrich. La speaker della Camera incontrerà nella mattinata di domani (3 agosto) la presidente di Taiwan Tsai Ing-wen per poi fare una visita allo Yuan legislativo, il parlamento locale. 

Le minacce

La reazione della Cina alla visita di Pelosi viene seguita con attenzione. Pechino, attraverso il ministro degli Esteri Wang Yi, è andata all'attacco degli Usa accusati di "tradimento" sulla questione di Taiwan e di essere "il più grande distruttore della pace odierna", nell'imminenza della visita di Nancy Pelosi a Taipei.

La Cina, che considera Taiwan come parte del proprio territorio, ha promesso una risposta militare non specificata a qualsiasi visita di Pelosi. Il presidente Xi Jinping in una telefonata la scorsa settimana ha detto al presidente Joe Biden che avrebbe "salvaguardato risolutamente la sovranità nazionale e l'integrità territoriale della Cina" e che "chiunque gioca con il fuoco verrà bruciato".

Non ci sono al momento segnali su un’invasione cinese su vasta scala di Taiwan, ma Pechino potrebbe, come già fatto in passato, rispondere alla visita di Pelosi con grandi sortite nella zona di identificazione della difesa aerea di Taiwan o attraverso la linea mediana che divide lo stretto. Un gran numero di aerei da guerra dell'Esercito popolare di liberazione cinese è volato vicino alla linea mediana ieri mattina, mentre Taiwan ha dispiegato navi da guerra militari in quella che è stata definita un'operazione di routine.

Ritorno di una crisi?

Con le minacce e i movimenti cinesi nell’area, si fa sempre più vivido il ricordo dell'ultima grande crisi sullo stretto di Taiwan avvenuta nel 1995-96, quando la Cina ha lanciato missili in mare vicino ai porti di Taiwan e l'allora presidente statunitense Bill Clinton ha inviato due gruppi di portaerei nelle acque che separano l’isola dalla Cina continentale. 

Lo scorso maggio, il presidente Biden aveva scatenato le ire di Pechino quando ha detto che Washington sarebbe intervenuta per difendere Taiwan da qualsiasi attacco della Cina. In un secondo momento, è arrivato il passo indietro della Casa Bianca che ha chiarito la posizione degli Usa, intenzionata a continuare a fornire armi, in conformità con gli accordi presi.

In base all'accordo raggiunto nel 1978 per normalizzare le relazioni tra Cina e Stati Uniti, Washington ha infatti accettato di riconoscere solo Pechino come sede del governo cinese, pur riconoscendo - ma non approvando - la posizione cinese secondo cui la Cina e Taiwan sono parte della Cina. Gli Stati Uniti premono su una unificazione pacifica tra Taiwan e la Cina, mentre fornisce all’isola armi avanzate pur rimanendo deliberatamente ambigui sul fatto che le forze statunitensi aiuterebbero Taiwan a difendersi da un attacco cinese.

La giornata di domani 3 agosto stabilirà le sorti di una escalation destinata ad aumentare.

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