Poliziotto soffocò un nero, scagionato: "La legge non è equa"
Nuova ondata di proteste e violenza negli Stati Uniti dopo la decisione del grand jury di non incriminare l'agente accusato di aver soffocato un uomo di colore, Eric Garner, fermato a Staten Island. Obama: "Un problema che riguarda tutta l'America"
NEW YORK - Eric Garner, afroamericano, morì soffocato lo scorso 17 luglio dopo essere stato fermato e preso per il collo da un poliziotto - Daniel Pantaleo - a Staten Island. Ieri, il grand jury ha deciso di non incriminare l'agente, ammettendo che "non vi era alcun motivo ragionevole per accusarlo". Eppure Garner era disarmato, come si vede in un video shock dell'agente che cerca di immobilizzarlo mentre l'uomo ripetutamente dice "non posso respirare, non posso respirare!".
Ecco perché, dopo la decisione dei giudici, è stata una notte proteste a New York e in altre città degli Stati Uniti. Sull'onda dei fatti di Ferguson, da Seattle a Washington, da Oakland a Los Angeles, decine di migliaia di persone sono scese in strada per urlare ancora una volta la propria rabbia e protestare contro la violenza della polizia e contro il razzismo.
E' stata anche annunciata una marcia su Washington per il prossimo 13 dicembre. Barack Obama, intanto, invoca giustizia uguale per tutti. Il presidente americano ha parlato in tv: "Siamo di fronte a un problema che riguarda tutta l'America. In questo Paese fino a quando non tutti saranno trattati in maniera uguale davanti alla legge questo sarà un problema. E il mio compito come presidente è di risolverlo. Non mi interessano le chiacchiere, ma i fatti".
Bloccato a terra, muore durante l'arresto: il video shock
Anche del sindaco di New York, Bill de Blasio, non ha usato giri di parole per commentare la decisione del grand jury: quanto accaduto oggi con la decisione dei giudici - ha detto - "è qualcosa che molti nella nostra città non volevano. Spero però che coloro che non sono soddisfatti di questa decisione esprimano le loro protesta in modo costruttivo e pacifico".
