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Venerdì, 29 Marzo 2024
NIGERIA / Nigeria

Studentesse rapite da terroristi islamici: "Le venderemo al mercato"

Il presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, ha rivolto un appello ai leader di molti Paesi, fra questi anche al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, affinché aiutino il suo Paese a ritrovare le ragazze rapite dal gruppo islamista

Il leader del gruppo islamista Boko Haram ha detto che le studentesse rapite in Nigeria saranno ridotte in schiavitù, vendute e date in moglie.

"Ho rapito le vostre ragazze e le venderò al mercato, come vuole Allah", ha annunciato il leader del gruppo islamista, Abubakar Shekau, rivendicando il sequestro in un video lungo 57 minuti, nel quale fa riferimento al rapimento delle 276 studentesse dal dormitorio della loro scuola a Chibok, nel nord del Paese il 14 aprile scorso. Cinquantatre ragazze sono poi riuscite a fuggire, mentre altre 223 restano nelle mani dei miliziani.

Secondo alcune informazioni non confermate alcune delle ragazze sono state già vendute per poche decine di dollari al mercato delle mogli, al confine tra Ciad, Nigeria e Camerun.

LA NIGERIA CHIEDE AIUTO A OBAMA

Il presidente della Nigeria, Goodluck Jonathan, ha rivolto un appello ai leader di molti Paesi, fra questi anche al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, affinché aiutino il suo Paese a ritrovare le ragazze rapite dal gruppo islamista Boko Haram e a risolvere, più in generale, il problema dell'insicurezza.

Oltre che a Washington, l'appello di Goodluck Jonathan è stato rivolto a Parigi, Londra e Pechino nel corso di un'intervista radio-televisiva dalla capitale federale Abuja e anche ai Paesi vicini come Camerun, Ciad, Niger e Benin. "Abbiamo parlato ad alcuni paesi dai quali ci aspettiamo un aiuto (...) Gli Usa sono al primo posto. Ho già parlato due volte al presidente Obama", ha detto Goodluck Jonathan, che ieri ha dato l'ordine di "fare tutto il possibile" per garantire la liberazione delle 223 liceali rapite il 14 aprile dagli islamisti.

"Vi promettiamo che le ragazze, ovunque si trovino, saranno sicuramente liberate", ha dichiarato il presidente nel corso dell'intervista. "E' un momento difficile per il nostro paese (...), è molto doloroso". Nel corso degli ultimi giorni ad Abuja e a Kano, nel nord, si sono svolte diverse manifestazioni per chiedere il rilascio delle studentesse e per fare pressioni sul governo affinché si impegni di più nelle ricerche.

L'APPELLO DI MALALA E HILLARY CLINTON

Non sono più solo le famiglie a chiedere la liberazione delle 223 ragazze rapite in Nigeria tre settimane fa dai jihadisti di Boko Haram. Con l'hashtag #BringBackOurGirls è infatti partita una campagna mondiale sui social media, che finora ha visto coinvolte personalità come Hillary Clinton, Malala e Wyclef Jean.

Malala è solidale con i nigeriani e con le persone in tutto il mondo che chiedono un intervento per riportare a casa le nostre ragazze (#BringBackOurGirls)", si legge sull'account Twitter della Fondazione di Malala, la 16enne che ha sfidato i talebani rivendicando il diritto alla studio delle ragazze.

"L'accesso all'istruzione è un diritto fondamentale e un motivo spregiudicato per colpire ragazze innocenti. Dobbiamo lottare contro il terrorismo", ha invece scritto l'ex segretario di Stato Usa.

Da canto suo il rapper Wyclef Jean ha sottolineato: "I bambini sono il premio della vita. Salvate le nostre sorelle nigeriane. Il mondo sta guardando. Fai sentire la tua voce. Ri-twitta".

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