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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Disordini dopo la conferma / Tunisia

È morto il calciatore che si era dato fuoco davanti alla stazione di polizia

Il tunisino Nizar Aissaoui 35 anni si era immolato ad Haffouz, nel governatorato di Kairouane. Troppo gravi le ustioni, è deceduto in ospedale dopo giorni di agonia

Troppo gravi le ustioni. È morto nella serata di ieri il calciatore tunisino Nizar Aissaoui, 35 anni, che lunedì scorso si era dato fuoco davanti alla stazione di polizia di Haffouz, nel governatorato di Kairouane. Lo rende noto la radio locale Mosaique Fm. L'uomo era stato ricoverato al Centro grandi ustionati di Ben Arous.

Qualche istante prima del suo tragico gesto Aissaoui aveva postato un video sul suo account Facebook spiegando "di essere stato ingiustamente accusato in un caso di terrorismo" dopo essersi recato in questura per sporgere denuncia contro un commerciante di banane, con il quale aveva avuto una lite. Disordini sono scoppiati giovedì a Haffouz dopo la notizia della sua morte e la polizia ha dovuto usare gas lacrimogeni per disperdere alcune decine di manifestanti, come testimoniano immagini diffuse sui social.

Il dramma di Aissaoui, da una parte, ha scritto su Twitter la giornalista Arianna Poletti, "racconta l'impoverimento dell'entroterra tunisino e la frustrazione di una generazione. Kairouan (un'ora da Tunisi) è una delle città che hanno subito il contraccolpo più violento tra pandemia e crisi idrica. Ma - continua - racconta la tensione mai risolta, e che non fa che aumentare, tra forze di polizia e giovani in un contesto di abuso di potere. Non si tratta di un caso isolato". L'ultima immolazione era di una settimana prima, un 17enne, a Kelibia. Due mesi fa era stata la volta di un 25enne a Sidi Bouzid.

A parte un periodo di sei mesi in Arabia Saudita con l'Al-Orobah FC nel 2015, Issaoui ha trascorso tutta la sua carriera giocando in patria. L'ultimo post scritto dal calciatore tunisino prima di darsi fuoco è per protestare contro le calunnie nei suoi confronti. Ma Nizar accenna anche a quello che chiama lo "stato di polizia". Dalla presa di poteri del presidente della Repubblica Kaïs Saïed il 25 luglio 2021 la Tunisia ha subito una svolta autoritaria, con una crescente, e allarmante, erosione dello stato di diritto.

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