"Non è normale che un camion possa circolare liberamente in un'occasione simile".

Tra rabbia e dolore, alcune famiglie delle vittime della strage di Nizza vogliono denunciare lo Stato centrale e il Comune. Il motivo? Secondo loro le misure di sicurezza messe in campo per la festa nazionale del 14 luglio in città non erano all'altezza della minaccia terroristica che pesa sulla Francia.

Diversi familiari delle vittime intendono unirsi in una sorta di class action per denunciare il comune di Nizza e lo Stato francese. "Tutti i nostri conoscenti, ma anche persone che non conosciamo, ci suggeriscono di sporgere denuncia", ha detto la figlia di una vittima ai microfoni di radio Europe 1. "C'erano pochissimi agenti", dice da parte sua Kamel, che ha perso la figlia di otto anni, il nipote di due e la mamma. Sporgerà denuncia anche lui per permettere di capire come sia possibile che tutto ciò sia accaduto.

HOLLANDE E L'INCHIESTA SULLA STRAGE - "Non metteremo neanche un ginocchio a terra, ci proteggiamo, non cederemo mai sulle nostre libertà". Lo ha detto il presidente francese, Francois Hollande, nel giorno in cui i deputati francesi hanno dato il via libera in commissione a una proroga di sei mesi dello stato d'emergenza nel Paese, che resterà dunque in vigore fino a gennaio 2017. Intanto è stato rilasciato uno dei sei fermati nell'ambito delle indagini per la strage del 14 luglio. A quanto si apprende, si tratta dell'unico sospetto che non era stato trasferito presso il quartier generale dell'antiterrorismo di Levallois-Perret, alle Porte di Parigi, ma che invece era rimasto a Nizza.

Nizza, le immagini della strage del 14 luglio