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Venerdì, 29 Marzo 2024
NOZZE GAY / Stati Uniti d'America

Nozze Gay: Corte Suprema Usa contro limitazioni al matrimonio

La sentenza è stato accolta con un boato di gioia, tante grida e applausi dalla folla emozionata fuori dalla Corte Suprema. Tantissimi con bandiere con i colori del movimento gay e striscioni da giorni attendevano questa sentenza che oggi ha un carattere storico

Con 5 voti a favore e quattro contrari, la Corte Suprema ha bocciato la legge nota come Defense of Marriage Act riconoscendo di fatto anche a coniugi dello stesso sesso gli stessi benefici federali di cui godono mogli e mariti americani. La legge è stata definita una "deprivazione di libertà eque".

Il caso - United States v. Windsord, arrivato da New York - si è concentrato sulla norma del 1996, che nega benefici federali a coppie gay o lesbiche sposate negli Stati che consentono tali unioni. Il cuore della questioni qui era la parte della normativa che definisce matrimonio solo quello tra un uomo e una donna.

Il caso era stato sollevato da due donne, Edith Windsor e Thea Clara Spyer, sposate nel 2007 in Canada. Spuyer è morta due anni dopo e la coniuge ha ereditato tutto il suo patrimonio. In base alla legge del 1996 però l'Internal Revenue Service, il fisco americano, non ha acettato di trattare Windsor come la sposa ancora in vita e rischia di dovere sborsare una cifra da 360.000 dollari che non sarebbe stata imposta se il suo coniuge non fosse stata una donna. La signora Windsor ha così fatto causa agli Stati Uniti. L'anno scorso la Corte d'Appello a New York ha bocciato la norma oggetto del contendere e oggi la Corte Suprema ha confermato quella decisione.

La sentenza è stato accolta con un boato di gioia, tante grida e applausi dalla folla emozionata fuori dalla Corte Suprema. Tantissimi con bandiere con i colori del movimento gay e striscioni da giorni attendevano questa sentenza che oggi ha un carattere storico.

CALIFORNIA - Con 5 voti a favore e 4 contro, la Corte Suprema ha deciso però di non pronunciarsi sulla cosiddetta Proposition 8, il referendum tenutosi in California nel novembre 2008 che ha sancito il divieto dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. Di fatto la non-decisione odierna lascia intatta quella della nona Corte d'appello federale, che aveva annullato tale divieto.

Secondo i giudici, coloro che avevano fatto appello difendendo tale norma non avevano il diritto di difenderla. E la Corte stessa dice di non avere autorità legale per pronunciarsi. La mossa assicura future battaglie legali e confusione, almeno nel breve termine. Molti esperti legali però si aspettano che coppie delle stesso sesso possano tornare all'altare nell'arco di qualche settimana.

COSA CAMBIA - Due sentenze a favore degli omosessuali, due sentenze che cambieranno gli Stati Uniti. La Corte Suprema ha deciso che è incostituzionale - incompatibile con il Quinto emendamento - la sezione tre del Defense of Marriage Act (Doma), la legge federale firmata nel 1996 da Bill Clinton, che definisce il matrimonio come "l'unione legale tra un uomo e una donna". Per questo, i benefit federali concessi a moglie e marito devono essere estesi anche agli omosessuali che si sono legalmente sposati nei 12 Stati e nel District of Columbia, dove i matrimoni tra persone dello stesso sesso sono consentiti.

La Corte ha poi deciso di non pronunciarsi sulla cosiddetta Proposition 8, il referendum tenutosi in California nel novembre 2008 che ha sancito il divieto dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, e di lasciare che sia una Corte della California a decidere. Resta in vigore, quindi, la scelta di un tribunale minore di permettere le nozze omosessuali nello Stato.

In entrambi i casi, la Corte si è espressa con 5 voti a favore e 4 contro. Il primo caso è conosciuto come United States v. Windsor. Edith Windsor è una vedova 83enne di New York costretta a pagare 363.053 dollari in tasse di successione, dopo la morte (nel 2009) di Thea Spyer, sposata in Canada nel 2007, prima che la Grande Mela permettesse i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Tasse che non avrebbe dovuto pagare, in caso di matrimonio con un uomo. Lo scorso anno, la Corte d'Appello di New York aveva già dato ragione alla donna.
Peraltro, anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e lo stesso Bill Clinton, che firmò la legge, si sono schierati contro il Doma. Per questo, il Solicitor General, Donald Verrilli - il rappresentante del governo federale degli Stati Uniti di fronte alla Corte Suprema - davanti ai giudici ha definito la legge "profondamente ingiusta".

Ma che conseguenze avrà, questa decisione, sulle coppie gay?
Garantirà gli stessi benefici federali alle coppie omosessuali ed eterosessuali, ma non è chiaro, per esempio, se due omosessuali legalmente sposati, ma che non vivono in uno Stato che consente i matrimoni gay, possano o meno ricevere i benefici. Il problema, qui, è se conti "lo Stato di residenza" o "lo Stato di celebrazione" delle nozze. La parte del Doma che permette agli Stati di rifiutare il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso celebrati altrove non è stata analizzata dalla Corte.

A proposito del secondo caso, invece, bisogna ricordare che nel maggio del 2008 la Corte Suprema della California aveva stabilito che le nozze omosessuali dovevano essere consentite. Una decisione poi bocciata dai californiani con un referendum, la cosiddetta "Proposition 8´´. Oggi, i giudici hanno deciso che coloro che avevano fatto appello difendendo la Proposition 8 - poi bocciata in tribunale - non ne avevano il diritto e che la Corte stessa non ha l'autorità per pronunciarsi. Questo significa, in poche parole, che i matrimoni omosessuali potranno di nuovo essere celebrati in California.

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